Letture: L’amore molesto.

Ho trovato qui, in casa di mia filgia, il primo romanzo scritto da Elena Ferrante intitolato “L’amore molesto”

Racconta di Delia, una ragazza non più giovanissima, che torna a Napoli, sua città natale, in occasione del funerale della madre Amalia.

Delia non è convinta della versione ufficiale che definisce suicidio la causa della morte della madre e comincia ad indagare sui fatti e sulle persone che hanno segnato i suoi ultimi giorni di vita . E’ così che in un alternarsi di racconto (quasi una cronaca) delle sue indagini e flash-back ricorrenti che Delia rivive e comprende il proprio passato e quello della sua famiglia.

Già in questo primo romanzo si sente che c’è la stoffa di una grande narratrice che riesce a descrivere situazioni e personaggi con estrema efficacia, anche abbinando tra loro aggettivi e sostantivi che, forse, a nessuno verrebbe in mente di accostare: “vuotezza astinente” riferito a una gettoniera di ascensore, per esempio.

E’ poi efficacissima e spietata nel delineare le figure maschili che appaiono nelle vicende narrate: il padre, pittore da strapazzo, è violento e gelosissimo della sua bella moglie, la quale diventa spesso il capro espiatorio e la vittima della sua meschinità e delle sue frustrazioni; l’amico della madre (e non l’amante) Caserta non esita a mettere in pericolo Amalia facendone ingelosire il marito senza che ve ne sia motivo e alla fine risulta anche subdolo; il figlio di Caserta, Antonio, non esita a cacciare di casa il padre ormai un po’ rintronato, il padre di Caserta poi alla fine si scopre essere stato il pedofilo che ha abusato di Delia, episodio che ha molto condizionato l’ esistenza dell’intera famiglia di Delia.

Fa da sfondo alla vicenda la città di Napoli con i suoi suoni, i suoi odori, le sue luci, le ombre il linguaggio colorito e il vociare chiassoso dei ragazzi per le strade.

Il titolo del romanzo è da attribuire, credo, a quella mescolanza particolare di amore/odio/paura dell’abbandono/gelosia, che caratterizza l’amore infantile per la madre, ma può riferirsi anche a quelle molestie subite dalla protagonista e mai confessate nemmeno a se stessa.

Film: Il ragazzo che catturò il vento.

Ho rivisto questo film, che andrebbe proiettato nelle nostre scuole. E’ ambientato nel Malawi, in una zona devastata da piogge torrenziali seguite da periodi infiniti di siccità. William è un ragazzo proveniente da una famiglia di agricoltori. I suoi genitori nel loro progetto di vita hanno dato la priorità all’educazione dei figli e alla loro istruzione e per questo William può andare alla scuola superiore tenuta da alcuni insegnanti del luogo, ma ben presto ne viene allontanato perché la famiglia non può pagare la retta. Il ragazzo però non si scoraggia e riesce a studiare ugualmente frequentando con qualche sotterfugio la biblioteca della scuola. Lui è particolarmente interessato alla produzione di elettricità, per poter costruire una pompa che possa portare acqua ai campi in caso di siccità. Ha già fatto molta pratica aggiustando radio e altre apparecchiature elettriche dei conoscenti, recuperando parti di ricambio in una discarica. Dai suoi studi arriva a capire che il suo progetto è realizzabile solo se può utilizzare parti della bicicletta di suo padre, l’unico bene posseduto dal genitore, che perciò rifiuta ripetutamente e sempre più decisamente. Ma intanto la carestia si fa più grave: il cibo è razionato e la gente si contende con le unghie e con i denti gli scarsi aiuti inviati da un governo corrotto.

Quando la disperazione arriva al culmine, interviene la madre di William che convince il marito a sacrificare la sua bicicletta per tentare di salvare il villaggio intero. Il padre si convince e tutta la piccola comunità si mette all’opera eseguendo le direttive di William e alla fine l’acqua sgorga dal pozzo e può essere incanalata verso i campi.

Questo film, ribadisco, dovrebbe davvero essere proiettato nelle scuole perchè fa capire l’importanza dell’istruzione, illustra bene la situazione di miseria di certe popolazioni in balia degli eventi atmosferici e di governanti violenti e corrotti ed evidenzia il valore del bene comune da perseguire anche a costo di sacrifici e di sofferenze. Ne consiglio la visione.