Deportazione?

Deportazione= (da Treccani) [dal lat. deportatio –onis, attraverso il fr. déportation; v. deportare]. – Pena mediante la quale il condannato viene privato dei diritti civili e politici, allontanato dal luogo del commesso reato o di residenza e relegato in un territorio lontano dalla madrepatria: condannare alla d.; le din Siberianelle colonie penalicolonia di deportazione. Per estens., trasporto di un condannato in luogo di pena fuori dei confini della madrepatria; trasferimento coatto di gruppi di condannati politici o di minoranze civili invise o sospette in campi di lavoro o di concentramento: le ddi massa o in massa operate dai nazisti.

Relegare gli immigrati nei centri di detenzione in Albania ha tutto il sapore della deportazione …. o no?

Vengono spontanee alcune domande: che reato hanno commesso i migranti? Hanno subito una condanna? E’ un reato cercare di sopravvivere sfuggendo a guerre, fame e povertà? Per quanto tempo durerà la reclusione? Che sorte spetta a chi viene deportato? Il Presidente albanese ha detto che il suo governo non sarà responsabile per quello che accadrà all’interno di quel centro …

Alla radio ho appena sentito che questa iniziativa si riduce a un costoso spot per il governo: ci costerà un miliardo di euro, ma non porterà ad alcun risultato pratico.

UTE: La rivoluzione del filo di paglia- l’età degli imperi (storia dell’Africa)

Il prof. Creuso, che ha sostituito all’ultimo momento la prof. Beretta, ci ha parlato, come spesso accade, di un argomento insolito.

Oggi ha parlato di un filosofo-botanico giapponese: Masanobu Fukuoka (1913/2008).

Cominciò a lavorare in un ufficio della dogana e, nel tempo libero, frequentava un laboratorio di chimica. Dopo una malattia, ebbe una crisi depressiva che lo portò a licenziarsi e a vagabondare senza meta, poi tornò a casa del padre che gli affidò un podere. Masanobu lo lasciò andare in malora. Per evitare l’arruolamento durante la guerra, si mise a lavorare come biologo e cominciò a pensare a un tipo di agricoltura diversa, basata sul “non-fare”. Secondo Fukuoka non è necessario arare la terra: radici e lombrichi bastano a rendere soffice il terreno; non si devono usare pesticidi, ma esseri viventi antagonisti dei parassiti (carpe e oche nelle risaie). Non servono fertilizzanti: la natura provvede da sè a rifornire di nutrimenti le piante, se si lasciano sul terreno foglie e paglia per il tempo sufficiente (questo ridurrà anche il fabbisogno di acqua). Semina il riso quando ancora non è stato mietuto, inserendo i semi in piccole capsule di argilla aiutandosi con un bastoncino. Con queste sue tecniche, sono necessarie poche ore di lavoro con la conseguente diminuzione dei costi di produzione del cibo a vantaggio delle classi meno fortunate; i prodotti forse non sono così belli da vedere, ma sono ottimi per sapore e salubrità. Così come in agricoltura Fukuoka sosteneva un’agricoltura rispettosa della natura e del pianeta Terra, così er contrario agli allevamenti intensivi, che nulla hanno di naturale.

E’ facile capire che le sue teorie non siano state accolte con grande favore dalle grandi multinazionali che producono fertilizzanti e pesticidi.

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Storia dell’Africa: LA FASE DEI GRANDI IMPERI – Don Ivano ha ribadito il concetto che non si è avuto per molto tempo uno studio della storia africana, perchè eventi e notizie erano sempre stati tramandati per via orale di generazione in generazione. L’Africa era comunque un continente di cui era nota l’esistenza fin dai tempi più antichi (nelle carte dei Romani apparivano le coste settentrionali del continente e più a sud compariva solo la scritta “hic sunt leones”).

Per molto tempo si è fatta cominciare la storia dell’Africa con le conquiste coloniali, ma, anche se non esistono documenti scritti, non vuol dire che non si possano ricostruire gli eventi più salienti, col limite però che è difficile parlare di “storia africana” visto il numero notevole di stati diversi tra loro che la compongono. Storici africani recentemente hanno messo in luce la ricchezza delle soluzioni politiche messe in atto in diverse zone dell’Africa in epoche precoloniali; è una storia poco conosciuta anche dagli stessi africani, ma che potrebbe essere fonte di ispirazione anche per i nostri legislatori, visto che è intrisa di valori umanistici e spirito di convivenza fra diverse culture e religioni.

Strategia di vendita o truffa mascherata? …

Spesso mi capita di avere fretta quando vado al supermercato, quindi, se trovo ciò che mi serve già pesato e impacchettato, afferro al volo una confezione e la metto nel carrello.

Da un po’ di tempo però mi sto accorgendo che qualche supermercato nelle confezioni già pre-pesate mischia sempre alla merce fresca qualche “pezzo” già deteriorato o quasi marcio. Il risultato è che arrivata a casa metti tutto nel frigo e il giorno dopo apri la confezione e sei costretta a buttare nella spazzatura una mela su quattro o due pesche su otto.

Capisco che in questo modo il supermercato contiene i suoi costi, ma non mi sembra corretto pagare per merce buona anche quella che il supermercato dovrebbe scartare.

Visto che la cosa si sta ripetendo da parecchio tempo non so se definire questa pratica strategia di contenimento dei costi o truffa mascherata…

Ute: la malattia da virus ebola – Applicazioni dell’ A.I.

Il dr. Lissoni ha iniziato la sua bella lezione spiegandoci la differenza tra:

*batteri – organismi viventi di circa 1/1000 di mm.

*virus – 100 volte più piccoli dei batteri, vivono solo all’interno di altri organismi sfruttandone le risorse energetiche.

I virus sono generalmente di forma tondeggiante (anche se non mancano eccezioni) e presentano delle sporgenze che consentono loro di penetrare nelle cellule dell’essere vivente che li ospita e, generalmente, “dormono” al loro interno senza dare fastidi. In altri casi invece danneggiano la cellula ospite fino a farla morire o la costringono a riprodursi in maniera anomala. I virus “parassitano” animali, vegetali, funghi o batteri.

Ebola è un virus filiforme, che prende il nome da un fiume del Congo, nel cui territorio è stato individuato per la prima volta nel 1976. Esso ha provocato diverse epidemie (contagi a diffusione regionale – pandemie : contagi a diffusione mondiale) nell’Africa sub-tropicale con mortalità del 50% dei contagiati. La malattia da ebola è favorita da condizioni ambientali sfavorevoli: povertà, carenze igieniche, negazione del problema, ostilità verso i sanitari.

Si sono verificate diverse epidemie dal 1976 ad oggi, ma dal 2019 disponiamo di un vaccino che si è rivelato molto efficace, grazie a due ricercatori canadesi. Dopo diversi studi si è giunti a scoprire che il virus ebola si trova nei pipistrelli, che lo ospitano senza averne danni.

La malattia si manifesta dapprima come una semplice influenza, poi arriva la febbre alta e, dopo una settimana cominciano le emorragie, perché il virus danneggia le piastrine e il rivestimento dei capillari e, come già detto, il 50% dei malati muore entro 10 / 20 giorni; i sopravvissuti restano contagiosi fino a 52 giorni dopo la guarigione..

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Applicazioni dell’A.I. – Il prof. Rizzi ci ha stupito e anche un po’ “spaventato” dimostrandoci quali e quante applicazioni può avere l’intelligenza artificiale in vari campi: dall’industria, alla musica, alla produzione di video, all’elaborazione di articoli di giornale, all’analisi di documenti, alla traduzione istantanea di una conversazione o di un discorso.

Come può imparare un computer? Impara dalla quantità enorme di dati che gli vengono forniti. La chatGPT ha connessioni simili a quelle di un cervello umano.

Esiste pertanto l’Intelligenza Artificiale (IA per noi – AI in lingua inglese) Generativa, che può in pochi istanti progettare case, mobili, video, comporre testo e musica di canzoni rispondendo ad una richiesta scritta o vocale in cui vengono forniti i requisiti che il prodotto generato dovrà avere.

C’è poi un IA Discriminativa che viene utilizzata dalle industrie, in campo sanitario, per prevenire incidenti e in mille altre applicazioni.

Se è facile capire le grandi opportunità che l’Intelligenza artificiale può offrire facendo risparmiare tempo e costi di produzione, è altrettanto facile capire che impatto potrà avere sull’occupazione e a quali pericoli saremo esposti se questa tecnologia verrà sfruttata da malintenzionati. E’ urgente regolamentarne l’uso in modo chiaro e preciso perchè non diventi un’arma devastante e un’occasione di discriminazione tra chi potrà disporne e chi ne resterà escluso.

Solidarietà per l’Emilia Romagna.

Ricevo dal Presidente dell’UTE questo appello che sottoscrivo e pubblico, sperando che venga accolto da molti:

Carissimi Soci,

la recente alluvione in Emilia Romagna e Marche ha fatto nascere, in ciascuno di noi, sentimenti di solidarietà per quelle famiglie così profondamente colpite, prima ancora che nei beni materiali, nella speranza di poter ricostruire il loro futuro. La settimana scorsa ho avuto modo di parlare con la Presidente del Lions Club di Bagnacavallo che mi ha descritto la situazione drammatica di Traversara, di cui in questi giorni vediamo immagini in televisione. Molte famiglie hanno perso letteralmente tutto, la casa non esiste più, spazzata via dalla furia delle acque.

Di fronte a tale immane calamità l’UTE non può rimanere indifferente e come in altre situazioni vuole dimostrare la propria solidarietà; per questo vi propongo di sottoscrivere un contributo a favore degli alluvionati di Traversara utilizzando l’IBAN IT89 B030 6909 6061 0000 0126 560 intestato Università della Terza Età con la causale: Alluvionati di Traversara. I contributi raccolti entro venerdì 25 ottobre saranno Trasferiti al Lions club di Bagnacavallo che insieme all’Associazione di Traversara provvederà per i bisogni più urgenti.

Certo del gesto di generosità che ciascuno di noi vorrà compiere saluto cordialmente.

Umberto Filippi

UTE: Geografia dell’Africa – In Africa le origini della Terra e dell’umanità?

Oggi all’UTE si sono tenute le prime due lezioni dell’Anno Accademico. Entrambe avevano come tema l’Africa, il filo rosso attorno al quale verteranno molti degli argomenti che verranno trattati.

Come è logico, prima di tutto è giusto avere, sebbene a grandi linee, un’idea complessiva di questo continente così vicino e così poco conosciuto, per questo la dr.ssa Myriam Colombo ci ha illustrato il territorio, caratterizzato principalmente dai deserti (che occupano il 27% della superficie africana) e dalla foresta pluviale nella zona sub-sahariana. Pochi sono i rilievi montuosi e i fiumi importanti (Nilo – il fiume più lungo della terra – Congo, Niger); ci sono anche molti altri fiumi minori, che però non sono sufficienti a soddisfare la sete del continente africano (che è tre volte più grande dell’intera Europa). Da nord a sud, la lunghezza del territorio è di circa 8.000 Km. e questo fa sì che vi si possano incontrare climi molto diversi dal clima arido delle zone desertiche al clima equatoriale della foresta al clima tipicamente mediterraneo della zona costiera a nord.

La densità della popolazione è molto bassa, perché vaste zone del territorio africano non offrono condizioni favorevoli alla vita umana; il cambiamento climatico in atto provoca inoltre l’avanzamento del deserto e pertanto anche zone prima abitate vengono ora abbandonate dagli abitanti che si dirigono verso le città o migrano verso l’Europa.

Le enormi ricchezze del sottosuolo africano hanno prima attirato gli stati europei che lo hanno colonizzato (e depredato) e ora multinazionali e stati extraeuropei (Cina, Russia in primis) continuano a sfruttare le risorse del continente nero senza che ne derivino grandi vantaggi per le popolazioni locali.

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Don Ivano ci ha poi introdotto alla storia dell’Africa, materia che non compare nei nostri testi scolastici, in quanto per definizione la storia, secondo i nostri studiosi, comincia da quando gli eventi sono stati documentati con testimonianze scritte; in Africa invece è sempre prevalsa la tradizione orale. Dai reperti fossili rinvenuti si dà per certo ormai che i primi uomini siano comparsi sulla terra proprio in Africa e che da lì si siano poi sparsi su tutta la terra nel corso dei millenni.

Ora gli storici africani, basandosi su documenti non scritti stanno ricostruendo la storia precoloniale del continente. Riporto a questo punto la conclusione del manualetto che, come al solito, don Ivano ha distribuito ai presenti:

Sulla base di questi dati, che appaiono oggi consolidati nell’ambito scientifico, dobbiamo ritrascrivere la storia, o comunque integrarla con i nuovi apporti della ricerca e insieme dello studio dei dati acquisiti. Se finora l’Africa è stata considerata come “asservita”, e di fatto schiavizzata, nella visione che il mondo occidentale fa della storia umana, adesso è neces-sario ricreare le basi per una lettura più ampia e completa. Non si può non riconoscere che nel corso del cammino dell’umanità il nostro mondo europeo si è fatto strada nel continente africano, indubbiamente con la rapacità di chi vuol occupare e sottrarre energie locali, e insieme, però, apportando tutte quelle tecniche e quelle scoperte che consentono pure lo sviluppo; ma va altresì segnalato che fin dalle origini c’è stato il cammino inverso per cui l’Homo erectus, divenuto sapiens, è uscito dall’Africa per raggiungere gli altri continenti, che già erano alla “deriva”, dopo essere stati un unico blocco. Abbiamo allora da fare ancora molto per una visione più completa e più giusta, tale da consentire una lettura più ampia della storia, ed offrire una prospettiva sul futuro che rimanga in linea con quanto la storia insegna, anche in mezzo a tanti errori. La conoscenza dell’Africa, soprattutto nella sua storia, ancora prima dell’arrivo degli Europei con i loro condizionamenti è quantomai da operare con larghezza di vedute, lasciandoci anche guidare dagli storici locali, che hanno strumenti più adatti per questa operazione.

E’ stato per me un pomeriggio interessante e spero che sia stato così anche per i numerosissimi presenti in Sala Isacchi (almeno un centinaio, visto che è stato necessario reperire sedie aggiuntive ai posti a sedere). Un inizio davvero soddisfacente!!

Film: Holdovers- Lezioni di vita

Da alcuni anni a Erba si ripete la bella iniziativa dei “Pomeriggi al cinema” (cliccando sul link troverete notizie sull’iniziativa: da chi è organizzata, da quanto tempo e qual è il programma di questo autunno).

Ieri è stato proiettato il film “Holdovers – Lezioni di vita”. E’ ambientato nel 1970, in un collegio del Middle West. E’ tempo di vacanze natalizie; gli alunni tornano alle loro case, ma solo Angus, all’ultimo momento, viene avvisato dalla madre che non può tornare a casa: lei sta partendo per la luna di miele col suo nuovo compagno. Insieme a lui restano anche il professore di storia, il più odiato dagli studenti e dai colleghi, e la cuoca che ha appena perso un figlio nella guerra del Vietnam.

Per tutte queste tre persone il Natale si annuncia come il più triste della loro vita, ma la convivenza forzata consente loro di conoscersi al di là di come sono apparsi l’un l’altro fino a quel momento: la cuoca rivela tutta la sua carica umana e la sua sensibilità di mamma; il professore confessa tutte le sue fragilità e le sue insicurezze che nasconde dietro la sua aria dispotica e fredda; Angus non è solo quel ragazzaccio antipatico e ribelle che si fa espellere da tutte le scuole, ma è un ragazzo sensibile, segnato da una profonda sofferenza. Sarà proprio Angus a dire durante il pranzo di Natale, che non si è mai sentito in famiglia come con quei suoi due compagni di solitudine.

E’ un film molto piacevole, ben interpretato , dove si alternano momenti divertenti a momenti di intensa commozione.

Se ne avete occasione, andate a vederlo.