Il cedro pendulo.

lo abbiamo piantato più di quarant’anni fa. Era un esile alberello dall’aria piuttosto triste con quei suoi pochi rametti che parevano davvero piangere. Poi col passare degli anni si è fatto via via più robusto e si è resa necessaria una prima potatura per liberarlo dai rami secchi.

Ora il cedro ha preso tanto coraggio e tanta forza da invadere tutta l’aiuola e da tentare di sconfinare nei giardini vicini. I giardinieri in questo momento lo stanno ridimensionando e io vedo con un po’ di tristezza cadere a poco a poco rami piccoli e grandi. Ci sarà meno spazio per i nidi la prossima primavera, ma il cedro potrà rifiorire e avere una nuova giovinezza.

UTE: Varietà degli esseri viventi presenti sulla terra – Don Milani e i poveri di Sa. Donato.

Proseguendo il discorso cominciato nella lezione precedente, il dr. Gatti ha posto questa domanda: Come preservare la biodiversità?

Vi sono molti modi per preservare la biodiversità: prima di tutto bisogna proteggere le specie a rischio e conservare il loro habitat, combattendo l’inquinamento, immagazzinando, ove necessario, il patrimonio genetico di specie a rischio di estinzione e reintroducendo nell’ambiente esemplari di specie ormai non più presenti localmente. Anche diffondere la conoscenza delle specie a rischio è un modo per favorirne la sopravvivenza.

Gli ambienti, che più hanno subito mutazioni a causa dell’azione dell’uomo, sono le aziende agricole, dove, per motivi di produttività, è stata ridotta radicalmente la biodiversità, abbandonando le specie meno redditizie a favore di quelle con rendimento più vantaggioso. Un tempo le famiglie che vivevano di agricoltura, miravano all’autosufficienza, coltivando specie diverse, ora (a partire dai primi anni 60 del secolo scorso) per la diminuzione di mano d’opera e per l’introduzione di macchine agricole sempre più potenti, si è arrivati alla specializzazione delle aziende, che , a volte, producono un solo tipo di prodotto. Inoltre, poiché le specie coltivate sono più vulnerabili di quelle spontanee, si è resa necessaria l’introduzione di prodotti chimici che hanno inquinato i terreni.

La perdita di biodiversità è un danno per tutto l’ambiente e per la cultura, perchè si perdono tutte quelle conoscenze che per secoli i nostri antenati si sono tramandati di generazione in generazione.

I cereali sono la specie più colpita dall’erosione della biodiversità, infatti dall’inizio del ‘900 ad oggi è scomparso il 90% delle specie di cereali. Sono presenti ad oggi in particolare due tipi di frumento: il grano tenero per la panificazione e la dolceria, il grano duro per la produzione di pasta. Si sta cercando di proteggere il grano “Senatore Cappelli” meno diffuso (nonostante non richieda l’uso di antiparassitari), perché richiede tempi più lunghi per la pastificazione contenendo meno glutine delle altre specie. In sintesi: le cause della diminuzione della biodiversità sono: la ricerca di maggiore produttività, ragioni di mercato e nuove metodologie di coltivazione.

Alla fine il dr. Gatti ci ha mostrato un prodotto del suo orto, che è una vera rarità: la cipolla di Brunate, di cui ci parlerà nella prossima lezione.

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DON MILANI – La prima destinazione di don Lorenzo dopo la sua ordinazione sacerdotale è stata la parrocchia di San Donato di Calenzano, dove il vecchio parroco provava per lui affetto e stima. Alla morte (1953) di quest’ultimo, però, il giovane prete venne chiamato in curia, dove gli furono contestate le sue simpatie per i giovani operai comunisti della sua parrocchia, che egli accoglieva nella sua scuola serale e le sue provocatorie omelie in tempo di campagna elettorale.

E’ per queste sue posizioni che nel 1954 don Milano viene trasferito a Barbiana, una piccolissima parrocchia sull’Appennino, nella cui canonica non c’era né luce, né telefono, né acqua corrente. Anche nella nuova parrocchia don Lorenzo apre subito una scuola serale, convinto com’è che lo sviluppo intellettuale vada di pari passo con lo sviluppo del linguaggio e che sia essenziale insegnare prima di tutto a leggere e a scrivere perché la fede verrà di conseguenza.

E’ nella quiete di Barbiana che scrive il suo primo libro “Esperienze pastorali”, il quale ottiene l’imprimatur del vescovo, ma suscita poi aspre critiche e accuse di eresia da parte di importanti critici cattolici, che gli contestano l’appoggio alle organizzazioni sindacali, le critiche ai cattolici impegnati in politica per la loro scrsa incisività sulle politiche nazionali che privilegiano i ricchi.

In seguito a queste reazioni così negative, il vescovo di Firenze, Dalla Costa, ordina il ritiro del libro dal commercio e l’ “Osservatore Romano” arriva a dire che il libro “non doveva essere pubblicato”.

Don Milani amava profondamente la Chiesa e voleva rinnovarla dall’interno (sull’esempio di San Francesco).

Il prof. Cossi è un grande affabulatore e le sue lezioni sono sempre piacevoli da seguire e interessanti: tutti manifestano grande gradimento.