Il Fascismo secondo Davide.

L’11 NOVEMBRE DEL 1918, LA GRANDE GUERRA CHE PER 4 ANNI AVEVA IMPERVERSATO IN EUROPA, CAUSANDO LA MORTE DI MILIONI DI PERSONE, GIUNSE AL TERMINE.

L’ITALIA ERA UNA DELLE POTENZE VINCITRICI, DI FATTO AVEVA SCONFITTO L’IMPERO AUSTRO-UNGARICO NELLA BATTAGLIA DI VITTORIO VENETO, DETERMINANDONE IL CROLLO DEFINITIVO. INOLTRE AVEVA PORTATO UN CORPO D’ARMATA AD OCCUPARE TUTTO IL TIROLO (INCLUSA INNSBRUCK) E PARTI DELLA CARINZIA

MA NONOSTANTE CIO’ LA GUERRA ERA COSTATA LA VITA DI 600.000 SOLDATI, CHE ERANO PER LA MAGGIORANZA GIOVANI DI 19 E 20 ANNI, MOLTO GRAVOSE ERANO STATE LE NUMEROSE SPESE MILITARI CHE CAUSARONO UN CROLLO ALL’ECONOMIA E PER DI PIU’ L’ITALIA NON OTTENNE POI TUTTI I TERRITORI CHE ERANO STATI STABILITI DAL TRATTATO DI VERSAILLES; AD ESEMPIO LA DALMAZIA E FIUME ERANO STATE DATE ALLA CROAZIA.

SECONDO MOLTI INTELLETTUALI, GABRIELE D’ANNUNZIO, LA VITTORIA FU UNA “VITTORIA MUTILATA”.

DURANTE QUESTI PERIODI DI CRISI E POVERTA’, DIVERSI MOVIMENTI POLITICI ESTREMISTI, COME SOCIALISTI E COMUNISTI, MIRAVANO A PRENDERE IL POTERE.

MA UNO IN PARTICOLARE SAREBBE STATO DESTINATO AD AVERE UN RUOLO DOMINANTE IN QUESTO CAPITOLO DELLA STORIA ITALIANA A TAL PUNTO DA METTERE IN GINOCCHIO L’INTERO PAESE, OSSIA: IL PARTITO NAZIONALE FASCISTA.

CIO’ CHE DISTINGUEVA IL PARTI FASCISTA DAGLI ALTRI E’ CHE ERA ORGANIZZATO COME UN GRUPPO PARAMILITARE FORMATO DA EX SOLDATI CHE AVEVANO COMBATTUTO AL FRONTE, SOGNAVANO UN’ITALIA MILITARIZZATA E POTENTE, MA SOPRATTUTTO ODIAVANO LA DEMOCRAZIA CHE LA CONSIDERAVANO UNA COSA STUPIDA E INUTILE.

QUESTI ERANO I FASCI DA COMBATTIMENTO, NOTI SOPRATTUTTO COME CAMICIE NERE .

LE CAMICIE NERE AVEVANO IL COMPITO DI SPARGERE VIOLENZA E DI ASSASSINARE GLI AVVERSARI POLITICI E GLI OPPOSITORI.

IL PARTITO ERA GUIDATO DA BENITO MUSSOLINI, UNA VOLTA NOTO PER ESSERE UN GIORNALISTA DEL PARTITO SOCIALISTA.

DA SEMPRE EGLI FU UN GRANDE APPASSIONATO DELLA CIVILTA’ ROMANA E MIRAVA AD UNA POSSIBILE RICOSTRUZIONE DELL’IMPERO ROMANO CHE AVREBBE FATTO DELL’ITALIA UNA POTENZA AL CENTRO DEL MONDO.

A DIFFERENZA DEI SUOI COLLEGHI SOCIALISTI, MUSSOLINI ERA FAVOREVOLE ALL’ENTRATA IN GUERRA DELL’ITALIA, E INFATTI PUBBLICO’ NUMEROSI ARTICOLI PER INCORAGGIARE IL POPOLO ITALIANO A RACCOGLIERE LE ARMI, PORTANDOLO AD ESSERE CACCIATO DIA DAL PARTITO.

DOPO L’ENTRATA IN GUERRA DELL’ITALIA NEL 1915, EGLI SI ARRUOLO’ COME VOLONTARIO.

MUSSOLINI NON VEDEVA DI BUON OCCHIO LA FIGURA DEL RE, ANZI LA RITENEVA UNA FIGURA DEBOLE, OBSOLETA E INCAPACE. LUI ASPIRAVA INVECE AD UNA NUOVA FORMA DI GOVERNO CHE AVREBBE GUIDATO IL PAESE CON PIU’ DECISIONE E SI SAREBBE GUADAGNATO L’APPOGGIO DELLA POPOLO.

DOPO ESSERE STATO RINNEGATO DAL PARTITO SOCIALISTA, IL GIOVANE BENITO COLTIVO’ UN FORTE ODIO PER I SUOI EX COMPAGNI A TAL PUNTO DA VOLERLO DISTRUGGERE.

NEL CORSO DELLA CRISI, APPROFITTO’ DELLA SITUAZIONE PER LA SUA ASCESA E FONDO’ IL PARTITO FASCISTA.

L’APICE DELLA SUA ASCESA SAREBBE AVVENUTO NEL 1922, CON LA MARCIA SU ROMA.

DOPO AVER RAGGIUNTO LA CAPITALE CON UN GRUPPO DI CAMICIE NERE, IL RE VITTORIO VITTORIO EMANUELE III LO NOMINO’ PRIMO MINISTRO DEL REGNO D’ITALIA.

L’ANNO SEGUENTE, NEL 1923, CON LE ELEZIONI CONDIZIONATA DALLE VIOLENZE DELLE SQUADRE FASCISTE, FU’ L’INIZIO DELL’INSTAURAZIONE DEL REGIME.

IL REGIME FASCISTA SI MOSTRO’ DITTATORIALE SUBITO DOPO L’ASSASSINIO DI GIACOMO MATTEOTTI AVVENUTO NEL 1924, PER ORDINE NELLO STESSO MUSSOLINI, DOPO CHE IL PRIMO AVEVA CERCATO DI DENUNCIARE IL REGIME IN SEGUITO ALLA VITTORIA NELLE ELEZIONI RITENUTA ILLEGALE E NON VALIDA.

IL GENNAIO DEL 1925, BENITO MUSSOLINI SI AUTOPROCLAMA DUCE D’ITALIA (DERIVATO DAL LATINO “DUX” CHE SIGNIFICA “GUIDA”), ED IMPONE LE LEGGI FASCISTISSIME PER LA COSTRUZIONE DEL “NUOVO STATO”: INTRODUCENDO LA PENA DI MORTE, IMPONENDO, LA CENSURA PER FAVORIRE LA PROPAGANDA, CONTROLLANDO LA SCUOLA E TUTTE LE AMMINISTRAZIONI LOCALI.

MUSSOLINI VOLEVA ANCHE INCENTRARE LA SUA POLITICA SOPRATTUTTO SULLA GIOVENTU’.

IL DUCE VOLEVA LE NASCITE PERCHE’ FAR AUMENTARE LA POPOLAZIONE SIGNIFICAVA POTER AVERE PIU’ SOLDATI.

IL PARTITO INOLTRE AVEVA UN’ORGANIZZAZIONE GIOVANILE CHIAMATA “BALILLA” E I RAGAZZI AL “SABATO FASCISTA” DOVEVANO PARTECIPARE IN DIVISE ALLE ESERCITAZIONI IN PIAZZA.

PER QUANTO RIGUARDA LA PARTITA ESTERA, IL DUCE DELLE AMBIZIONI FORTEMENTE IMPERIALISTICHE (CHE CULMINARONO NEGLI ANNI ‘30 DEL 900) IN MODO TALE DA CREARE UN NUOVO IMPERO ROMANO.

LE SUE AMBIZIONI IN EUROPA MIRAVANO ALLA COSTRUZIONE DI VARI STATI CLIENTI SOTTO IL SUO CONTROLLO E ALL’ANNESSIONE DIRETTA.

L’AUSTRIA, PER ESEMPIO, SI E’ TRASFORMATA IN UNO STATO CLIENTE SOTTO LA SUA INFLUENZA DIRETTA, FAVORITA SOPRATTUTTO CON L’ASCESA DI DOLFUSS CHE ADOTTO’ UNA FORTE POLITICA FILOITALIANA.

QUESTA FU’ ANCHE UNA DELLE CAUSE CHE AVREBBE PORTATO IL DUCE AD OPPORSI ALL’ANSCHLUSS DI HITLER CHE LO PORTO’ ANCHE A SCHIERARE LE TRUPPE SUL BRENNERO (ANCHE SE POI NEL 1938 MUSSOLINI CEDERA’ L’AUSTRIA AL FUHRER).

ALTRI PAESI COME UNGHERIA E ALBANIA( IN SEGUITO ANNESSA NEL 1939) SI AVVICINERANNO ALL’ITALIA MUSSOLINIANA COME STATI CLIENTI.

IN SEGUITO, IL LEADER FASCISTA, APPROFITTERA’ DELLA GUERRA CIVILE SPAGNOLA PER SCHIERARE LE TRUPPE ITALIANE SUL FRONTE A FIANCO DI FRANCISCO FRANCO PER FARE DELLA SPAGNA UN SUO NUOVO STATO CLIENTE.

NEL 1936, SUL CONTINENTE AFRICANO, L’ITALIA FASCISTA INVADERA’ E OCCUPERA’ L’ETIOPIA COME RIVINCITA PER LA SCONFITTA SUBITA NEL 1895.

NEL 1940, SPINTO DALLA SCONFITTA DELLA FRANCIA, MUSSOLINI ENTRO’ IN GUERRA COME ALLEATO DELLA GERMANIA HITLERIANA E INCOMINCIO’ AD OCCUPARE TUTTA L’EUROPA MEDITERRANEA, COME LA GRECIA ( SEPPUR CON L’AIUTO TEDESCO), LA CROAZIA, LA SLOVENIA, IL MONTENEGRO, LA FRANCIA MERIDIONALE E ANCHE LA TUNISIA E PARTI DELL’EGITTO.

NEL 1941 PARTECIPERA’ ANCHE ALL’INVASIONE DELLA RUSSIA CHE LO PORTERA’ A PERDERE GRAN PARTE DEI SUOI SOLDATI.

La letterina di eri e quella di oggi.

Una volta acquistavamo in cartoleria una letterina tutta luccicante che riportava scene e simboli natalizi e la portavamo a scuola nel giorno indicato dalla maestra, che ci aiutava a scriverla.

Non era un modo per chiedere regali, ma per ringraziare i genitori di tutto quello che avevano fatto per noi: per i sacrifici sostenuti per farci crescere, per il loro sostentamento, per l’amore di cui ci circondavano. Il giorno di Natale, la mettevamo sotto il piatto del papà, che regolarmente si fingeva molto sorpreso nel trovarla, poi dovevamo leggerla a voce alta quando tutti erano a tavola.

Tutti gli anni le parole si ripetevano un po’ e forse erano suggerite, poco spontanee, ma stavano a sancire un rapporto di gratitudine con gli adulti.

Ora i bambini scrivono la letterina a Babbo Natale solo per chiedere regali, meglio se costosi, e si abituano a pensare che tutto sia loro dovuto, che il mondo che li circonda debba ruotare intorno a loro e alle loro esigenze e, spesso, conservano questo atteggiamento anche quando non scrivono più la letterina da molti anni.