UTE: Le specie aliene – I profeti minori Naum, Abacuc e Aggeo

I tempi cambiano e anche le conoscenze naturalistiche si evolvono. Ricordate quando navigatori ed esploratori riempivano le loro navi con animali e piante esotiche con cui popolare zoo e orti botanici? Certamente non sapevano le conseguenze di quei loro comportamenti…

Il dr. Sassi oggi ci ha illustrato i problemi derivanti dal proliferare delle specie aliene. Prima di tutto però conviene definire che cosa si intenda con questo termine: viene definita specie aliena quella che proviene da altri ecosistemi e che mette a rischio l’equilibrio ecologico dell’ambiente che l’accoglie.

Attorno a noi, nei prati e nei boschi, è possibile trovare sempre più spesso piante che hanno trovato il modo di adattarsi alle condizioni ambientali dei nostri territori, occupando spazi in cui un tempo crescevano piante autoctone. Ci sono piante importate qui fin dal 1600 e specie (animali soprattutto) di nuovissima importazione, come i pappagalli “parrocchetto dal collare” che ormai si trova a gruppi in certi parchi. Essi si nutrono di semi, ma anche di gemme e possono per questo danneggiare gli alberi.

Il persico del Nilo è un grosso pesce dalle carni pregiate, che è stato immesso nelle acque del Lago Vittoria; lì ha distrutto la fauna ittica autoctona con grave danno per le attività economiche delle popolazioni costiere che basavano il loro sostentamento sulla pesca.

Dopo queste prime nozioni il nostro docente ha proseguito la sua bella lezione mostrandoci diverse diapositive di piante e animali provenienti da terre lontane e che sono riuscite a modificare i nostri boschi.

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I PROFETI MINORI – Mons. Angelo Pirovano conclude quest’anno il ciclo dedicato ai profeti parlando dei meno conosciuti.

Del profeta Naum (il cui nome significa “Dio ha consolato”), si sa solo che è nato ad Elcos nel periodo della dominazione Assira finita nel 612 a. C. ad opera dei Babilonesi.

Il libro si compone di soli tre capitoli e inizia con un salmo; prosegue poi sostenendo che Dio agisce e interviene nella storia e Ninive viene distrutta per volere della giustizia divina.

Abacuc, vissuto al tempo di Geremia scrive durante l’occupazione babilonese, dopo aver avuto una visione. Il suo libro si divide in tre parti: lamentazioni, imprecazioni, preghiera. Il tema più presente in questo libro è quello della contrapposizione tra l’empio e l’uomo giusto: perché i giusti devono subire soprusi e sofferenze, mentre gli idolatri trionfano? La risposta di Dio è che il giusto vivrà con la serenità che viene dalla certezza che Dio è vicino a lui, Dio è giusto e potente ed esige dall’uomo la fede.

L’originalità di Abacuc sta nell’affermazione che il giusto avrà alla fine la sua ricompensa.

Aggeo vive il momento in cui gli Ebrei tornano nella loro terra dopo la schiavitù, in seguito alla vittoria dei Persiani sui Babilonesi (538 a. C.). Il suo libro si compone di due capitoli e trentotto versetti; in esso Aggeo descrive le tristi condizioni di vita del suo popolo che trova i suoi antichi territori occupati da altre popolazioni. Egli afferma che la grandezza del popolo ebreo non è legata all’etnia, ma alla fede nell’unico Dio.

La torre di Babele.

C.E.I.:Genesi 11,1-4
1 Tutta la terra aveva una sola lingua e le stesse parole. 2 Emigrando dall’oriente gli uomini capitarono in una pianura nel paese di Sennaar e vi si stabilirono. 3 Si dissero l’un l’altro: «Venite, facciamoci mattoni e cuociamoli al fuoco». Il mattone servì loro da pietra e il bitume da cemento. 4 Poi dissero: «Venite, costruiamoci una città e una torre, la cui cima tocchi il cielo e facciamoci un nome, per non disperderci su tutta la terra»
Toccare il cielo: ecco la sfida! Sentirsi onnipotenti, non accettare più di essere creature limitate, voler dimostrare di essere come Dio … questo è il peccato degli uomini di Babele e questa è la tentazione dei potenti di oggi. Come finirà?

Trump & Co.

Ieri alla cerimonia di insediamento di Trump è stata impressionante la parata di multimiliardari da cui era circondato.

Nelle mani di pochi uomini è concentrata la ricchezza di buona parte del pianeta e la loro influenza sul potere politico di uno dei paesi più potenti al mondo non può che far tremare le vene ai polsi.

E’ per questo smisurato potenziale economico a sua disposizione che Trump può parlare di prendersi Panama, la Groenlandia e chissà cos’altro?

Mi chiedo: è moralmente accettabile che un uomo solo (es. Musk) possa disporre di ricchezze superiori a quelle possedute da molti paesi ? Non è pericoloso che una persona sola possa pensare di assumersi l’onere di raggiungere Marte? Chi può controllare che tutta quella tecnologia sia messa a servizio del bene comune?

I progetti di Trump mi richiamano alla mente la presunzione di chi voleva costruire una torre tanto alta da raggiungere il cielo, ma vide poi naufragare miseramente il suo progetto nella confusione più totale.