UTE: Confini e territorio della Diocesi di Milano – Il gemello di Olonia: romanzo degli ebrei di Tradate.

Don Alessandro Vismara, parroco di Buccinigo, è tornato oggi in Sala Isacchi per parlarci della diocesi più grande d’Italia, cioè della Diocesi di MIlano.

Le sue origini risalgono alle origini del Cristianesimo, quando la nuova religione si andava diffondendo soprattutto tra le comunità giudaiche della diaspora nelle città. A Milano ( nel IV secolo era già la più importante del nord-Italia ed era molto popolata) c’era un folto gruppo di Ebrei che costituirono il primo nucleo di fedeli.

Il Vescovo della città aveva sia il potere religioso che quello civile, ma la diocesi non aveva un territorio definito e il vescovo guidava i fedeli che vedevano in lui un punto di riferimento. Sant’Ambrogio nominò tra gli altri anche i primi vescovi di Como, Novara, Torino. Questi vescovi erano detti suffraganei perché avevano diritto di voto nelle assemblee convocate dal Vescovo di Milano, detto anche Metropolita, che veniva da tutti riconosciuto come guida.

La configurazione del territorio della diocesi è andata via via delineandosi nel corso dei secoli e la sua espansione fu limitata a sud dalle diocesi di Lodi e Pavia mentre a nord si spinse fino in territorio svizzero, dove ancora esistono delle enclave di rito ambrosiano. Una nota particolare merita il territorio di Campione, che fu oggetto di un lascito da parte di Totone da Campione al Vescovo di Milano (784 d.C). L’arrivo dei Longobardi fu un periodo di grandi distruzioni, poi, una volta convertitisi al Cristianesimo, il loro comportamento divenne più moderato.

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IL GEMELLO DI OLONIA – Mario Alzati è uno storico diventato poi scrittore di romanzi.

Nel libro che oggi ha presentato in Sala Isacchi racconta una storia vera, come tutte le vicende contenute nei suoi libri; racconta le vicende di un ragazzo chiamato Angioletto.

Lui non voleva fare il contadino come suo padre e divenne garzone del panettiere del paese. Un giorno venne a sapere di essere stato adottato e, dopo lunghe ricerche, scoprì una realtà che lo turbò profondamente. Molti anni prima, una ricca coppia di sposi non poteva avere figli; il marito propose alla moglie di trovare una donna che accettasse di farsi mettere incinta da lui dietro compenso. Dopo i primi tentennamenti la moglie accettò e la donna prescelta partorì due gemelli: la cosa non era prevista e uno dei due neonati venne affidato all’orfanatrofio, mentre l’altro venne cresciuto ed educato e diventò un importante imprenditore. Quel bimbo era proprio Angioletto che, venuto a conoscenza di questa storia, si sentì vittima di una profonda, crudele ingiustizia e pensava che la sua vita fosse inutile, ma il parroco del paese gli offrì un’occasione per dare un senso alla esistenza: poteva aiutare degli Ebrei scappati da Milano per cercare di varcare il confine con la Svizzera …

E’ da questo punto del romanzo che prende il via una serie di storie imperniate sulle vite di questi ebrei che Angioletto, il parroco e il capostazione di Tradate riescono a salvare dai campi di concentramento.

Se cercate dove sia Olonia, non la troverete: è il nome che avrebbe dovuto avere la città risultante dalla fusione di due comuni vicini: Gorla Maggiore e Gorla Minore; ma l’ostilità verso questa prospettiva da parte degli abitanti dei due paesi, convinse le autorità a lasciare le cose come stavano. Olonia è il nome di una città che non è mai diventata realtà.