UTE: Folgorazioni africane – Che cos’ è l’antimateria?

Nel 1832, il re di Francia, Luigi Filippo, inviò una missione diplomatica in Marocco e, come si usava a quei tempi, di quella missione faceva parte un pittore, Eugène Delacroix, che aveva il compito di documentare usi e costumi delle popolazioni locali.

Sui suoi taccuini di viaggio, Delacroix tratteggia paesaggi e persone, di cui ammira la nobile semplicità di vita e di costumi, I suoi acquerelli dipingono un mondo dai colori intensi e dalle atmosfere affascinanti.

Qualche decennio più tardi, un altro pittore francese, Matisse, rimase folgorato dai colori africani. Le sue opere dipingono una realtà che assume colori improbabili perché l’autore non vuole riprodurla, ma vuole esprimere le sue sensazioni; vi predominano i colori primari vivaci ed intensi,

Paul Klee, nel 1914, va in Africa con due amici e, come i suoi predecessori, rimane incantato dai colori del paesaggio e i suoi quadri, in cui prevalgono le forme geometriche, presentano macchie di colore che assumono via via tonalità sempre più sfumate.

Le lezioni della prof. Beretta sono sempre molto piacevoli sia per la sua capacità espositiva sia per le belle immagini che accompagnano le sue spiegazioni.

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CHE COS’E’ L’ANTIMATERIA? – Oggi il dr. Galoppo ci ha introdotti in un campo di non facile comprensione, ma certamente affascinante: l’antimateria. E’ così chiamata perché “funziona” al contrario della materia di cui è fatto il mondo che conosciamo, infatti attorno al nucleo non ci sono elettroni a carica negativa, ma positroni a carica positiva. Il primo ad intuire l’esistenza dell’antimateria ai primi del secolo scorso, è stato lo scienziato Paul Dirac. Qualche anno più tardi, Carl Anderson riuscì a provare la correttezza delle ipotesi di Dirac.

Le particelle di antimateria e le particelle di materia “normale” se si incontrano si trasformano in energia.

Le particelle di antimateria hanno vita brevissima (pochi nanosecondi) perciò si potrebbe dire che non esistono attorno a noi. Gli scienziati hanno tuttavia scoperto che la produzione di antimateria avviene anche al di sopra dei temporali. altre fonti di antimateria sono persino più vicino a casa. Per esempio, le banane emettono un positrone – l’equivalente di un elettrone dell’antimateria – circa una unità ogni 75 minuti.

Nel Big Bang si è formata la stessa quantità di materia e antimateria, ma quest’ultima si è esaurita più velocemente ed è rimasta la materia normale (ma solo un miliardesimo della materia iniziale).

Gli esperimenti sull’antimateria tendono a scoprire il modo di utilizzarla per produrre energia, ma si è ben lontani dal riuscirci; attualmente tuttavia i positroni vengono utilizzati negli esami diagnostici (PEC).

Nel CERN di Ginevra si studia l’antimateria e si è scoperto che anch’essa obbedisce alla legge di gravità. Attualmente rimane ancora molto da scoprire sia sull’antimateria, sia sull’origine dell’Universo.

Lezione non facile, ma molto affascinante; ringraziamo il prof. Galoppo per essere riuscito a usare un linguaggio accessibile nonostante la difficoltà del tema.

Dal “QUADERNO” Ricordando Budapest

Prendo dal “QUADERNO” pubblicato lo scorso autunno dall’UTE, questo stralcio tratto da un racconto di viaggio.

Budapest è divisa in due dal Danubio che scorre placidamente tra i palazzi con le sue acque, ora non più blu, percorse da barche e battelli; ed è proprio a bordo di uno di questi battelli che una sera abbiamo potuto attraversare la città, mentre nell’aria risuonavano le note del valzer di Strauss dedicate al grande fiume che scorreva sotto di noi. Intanto tutti rimanevamo incantati dalle luci che illuminavano i palazzi sulle rive e dai loro riflessi nelle acque che il battello solcava agitandone la superficie. Sembrava di vivere in una delle tante operette di inizio ‘900 ambientate nella Budapest scintillante dei tempi della “Bella Époque”.

Ute: Africa: la fase delle grandi esplorazioni – Storia della Mectex

Nella prima metà dell’800, i paesi europei che già vivevano la prima rivoluzione industriale, avevano bisogno di reperire materie prime e quindi la loro attenzione si rivolse all’Africa, dove, nel tempo, avevano già stabilito dei punti di appoggio per le proprie navi nei porti costieri.

Si trattava di inoltrarsi nei territori interni dell’Africa, impresa resa ardua dalla natura stessa di quei territori. Bisognava trovare esploratori disposti a correre i rischi che tali imprese dovevano comportare; per questo nacquero le società geografiche in Francia, Inghilterra, Germania e, più tardi, in Italia.

La Società Geografica Francese finanzia le spedizioni di due avventurosi italiani Giovanni Miani e Pietro Savorgnan Brazza (da quest’ultimo prende il nome della città di Brazzaville) che risale il corso del fiume Congo.

L’inglese Livingstone parte come missionario, ma incontrando condizioni ambientali molto difficili, si diede all’esplorazione dei territori e se ne persero le tracce. Fu ritrovato da Stanley un inglese inviato alla sua ricerca da un giornale americano. Lo stesso Stanley diventa esploratore e uomo di fiducia di Leopoldo II del Belgio, per conto del quale stanley esplorerà e consegnerà al suo “datore di lavoro” un vasto territorio del Congo (diventato poi Congo Belga) come possedimento personale del re (che instaurò su quelle terre un feroce sistema di sfruttamento),

L’ Italia, impegnata nella costruzione di un stato unitario, arriva tardi sulla scena delle esplorazioni. La Società Geografica Italiana invia Bottego, che, partendo dai porti detenuti dalla compagnia mercantile Rubattino, si dirige verso le terre interne dell’Eritrea.

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STORIA DELLA MECTEX – Il dr. Aurelio Fassi ci ha raccontato oggi la straordinaria storia di una gloriosa impresa che per molti anni ha portato nel mondo il nome di Erba: la Mectex, una ditta a conduzione familiare, che ha preso origine da una preesistente fabbrica tessile sita in Abbadia Lariana di proprietà del nonno materno del nostro relatore. I suoi genitori lavoravano entrambi in quella fabbrica ed entrambi avevano studiato all’Istituto tessile di Como, dove si erano conosciuti. Il padre, appassionato di sci, ebbe l’idea di realizzare un tessuto elastico, che agevolasse i movimenti degli sciatori e, una volta sperimentata la possibilità di produrlo, volle tentare l’impresa rinnovando la produzione, ma si scontrò con l’opposizione della suocera. Per questo, nel 1960, iniziò in proprio avviando la lavorazione con una sola macchina in un piccolo locale; quando l’attività si consolidò lui e la moglie aprirono una fabbrica, la Mectex, a Erba, dove successivamente si trasferirono anche come abitazione. Anche i loro quatto figli lavoravano nella fabbrica di famiglia, dopo le ore di scuola e durante le vacanze estive.

Si cominciarono così a produrre tessuti per l’abbigliamento sportivo: tute, giacche a vento, doposci. Fu la Mectex a fornire i tessuti per l’abbigliamento della “Valanga azzurra” e modificando la composizione dei tessuti li rese sempre più, nello stesso tempo, impermeabili e traspiranti. Anche i costumi dei più grandi nuotatori alle olimpiadi erano fatti con tessuti della Mectex. Tutti i marchi sportivi più importanti al mondo richiedevano i tessuti della Mectex.

Con l’arrivo sul mercato dei prodotti cinesi a prezzi notevolmente più bassi, comincia la crisi della ditta che finirà la sua produzione nel 2016.

Chi volesse sapere qualcosa in più può cliccare QUI

Due lupi e un agnello.

Il lupo e l’agnello di Fedro 

Un lupo e un agnello, spinti dalla sete, si ritrovarono a bere nello stesso ruscello. Il lupo era più a monte, mentre l’agnello beveva a una certa distanza, verso valle. La fame però spinse il lupo ad attaccar briga e allora disse: “Perché osi intorbidarmi l’acqua?” 

L’agnello tremando rispose: “Come posso fare questo se l’acqua scorre da te a me?”

“E’ vero, ma tu sei mesi fa mi hai insultato con brutte parole”.

“Impossibile, sei mesi fa non ero ancora nato”.

“Allora” riprese il lupo “fu certamente tuo padre a rivolgermi tutte quelle villanie”. Quindi saltò addosso all’agnello e se lo mangiò.

Questo racconto è rivolto a tutti coloro che opprimono i giusti nascondendosi dietro falsi pretesti.

Oggi l’agnello di turno è l’Ucraina che si ritrova a fronteggiare due lupi e uno dei due (Trump) la accusa di aver voluto la guerra, ma chi ha invaso l’Ucraina andando contro il diritto internazionale? Purtroppo è sempre vero l’insegnamento della favola.

Responsabilità oggettiva e Sinner.

Cosa è la responsabilità oggettiva?

Da Wikipedia “La responsabilità oggettiva, in diritto, è un tipo di responsabilità giuridica nella quale il soggetto è chiamato a rispondere di un illecito, civile o penale, senza che il fatto sia stato commesso con dolo o con colpa.

E’ il tipo di responsabilità che deriva dalla posizione che occupi e che ti rende responsabile di atti che non hai compiuto personalmente, ma che sono stati compiuti da persone di cui sei responsabile.

Chi si meraviglia per il patteggiamento di Sinner non ha capito che non poteva fare diversamente per uscire da un incubo che si protraeva da troppo tempo: in questo caso patteggiare non è un’ammissione di colpa o paura del giudizio: la responsabilità oggettiva ti cade addosso senza poter fare nulla, non hai fatto nulla di male, ma ti ritrovi a pagare per errori di altri.

Credo che un anno di angoscia sia stata una pena sufficiente e anche i tre mesi di sospensione sono di troppo.

Ute: Kafka: Il castello – Il Giubileo

Il prof. Porro ha ripreso oggi il tema delle opere di Kafka. Prima di tutto ha richiamato i tratti essenziali della sua biografia, indispensabili per comprendere le tematiche del grande scrittore boemo. Non si possono infatti capire opere come “La Metamorfosi” senza conoscere i suoi rapporti difficili con la famiglia e , soprattutto, col padre.

Kafka comincia a scrivere i primi racconti già a 20 anni, ma la sua attività letteraria si intensifica nel 1912, quando conosce Felice Bauer, giovane prussiana di cui si innamora. E’ infatti di quell’anno, oltre ad altri racconti e a un nutrito epistolario, uno dei suoi scritti più celebri “La Metamorfosi” già citata, che ha come tema conduttore la rinuncia alle responsabilità di una vita a cui il protagonista non riesce a dare un senso.

Molto conosciuta è anche la “Lettera al padre” in cui affiora tutto il peso di un padre opprimente, che sa instillare solo sensi di colpa e nessuna autostima, imponendo leggi che non rispetta ed esprimendo solo giudizi negativi in ogni situazione.

Nel 1914 Kafka si fidanza con Felice, ma lo scoppio della guerra fa rinviare le nozze. Nello stesso anno comincia a scrivere il suo romanzo più conosciuto “Il Processo”, storia di Joseph, che una brutta mattina viene arrestato; sottoposto a un lungo processo, non sa come difendersi, perché nessuno gli chiarisce di cosa sia accusato e verrà poi condannato a morte.

Un altro racconto enigmatico è “Durante la costruzione della muraglia cinese” una raccolta di racconti postuma, che prende il nome da uno dei racconti ivi contenuti, che ha come tema l’incomunicabilità tra i singoli individui con l’imperatore, che rappresenta la divinità: la vita è assurda e non ha certezze.

E’ del 1922 l’ultimo dei suoi romanzi” Il Castello” rimasto incompiuto. E’ una storia spesso oscura e a volte surreale, centrata sui temi della burocrazia, della legge come ordine globale, e quindi dell’alienazione e della frustrazione continua dell’uomo; esso tenta di integrarsi in un sistema, che lo invita, ma contemporaneamente lo allontana, emarginandolo.

Kafka muore nel 1924 di tubercolosi (a soli 40 anni)

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IL GIUBILEO (don Ivano Colombo): Il giubileo trae origine dalla Bibbia: ogni 50 anni bisognava far riposare i terreni, liberare gli schiavi e condonare i debiti; c’è chi dice che non sia mai stato attuato.

In epoca cristiana esso risale all’anno 1300. Nel XIII secolo infatti la gente aveva atteso la fine del mondo per l’anno 1233 (1200 anni dalla morte di Cristo), poi anche nel 1260 si era diffusa questa credenza con riferimento a un passo dell’Apocalisse. Visto che non si era verificato il tanto temuto evento nelle date sopracitate, la gente si convinse che la fine del mondo doveva per forza accadere nel 1300, perciò la notte di Natale del 1299 i fedeli di Roma e dintorni si recarono alla sede del Pontefice per chiedere a furor di popolo un’indulgenza plenaria, che consentisse di accedere al Paradiso senza dover sottostare alle pene del Purgatorio.

Fu nel febbraio del 1300 che Papa Bonifacio VIII indisse il primo anno giubilare in cui, recandosi in pellegrinaggio alla basilica di S. Pietro (non quella attuale) e compiendo alcune pratiche di pietà si poteva ottenere l’indulgenza plenaria, che cancella tutte le pene connesse ai peccati già perdonati con la confessione. In seguito furono dichiarate basiliche giubilari anche S. Paolo fuori le mura, S. Giovanni in Laterano e S. Maria Maggiore. Il giubileo doveva inizialmente essere celebrato ogni 100 anni, poi ridotti a 50 e infine a 25 per consentire a ogni generazione di poterne usufruire.

Il grande afflusso di pellegrini (i Romei) dà origine alle vie (come la Francigena) che conducono alla città di Roma; lungo tali vie sorgono poi i punti di sosta in cui i pellegrini potevano rifocillarsi e riposare.

La trama

UTE: Come far fronte a stress ed ansia nella terza età. (Todaro)

Ieri tutti i soci UTE hanno salutato con grande affetto e gioia il ritorno della Dr.ssa Lucia Todaro, dopo la sua forzata pausa. Con rinnovato entusiasmo, la nostra docente ci ha parlato di un tema che interessa tutte le età della vita: come controllare l’ansia e lo stress, che hanno alcuni sintomi in comune, ma sono stati emotivi diversi, che, se non controllati, possono sfociare in forme patologiche.

Cosa si intende per STRESS: è una risposta psicologica e fisiologica verso eventi ESTERNI valutati come eccessivi o pericolosi (la stessa situazione può essere vissuta in modo diverso da persone diverse).

Le fasi dello stress vanno dall’allarme, alla resistenza, all’esaurimento, caratterizzato quest’ultimo da stanchezza, apatia, tristezza… Lo stress ci rende irritabili, può produrre ipoglicemia, difficoltà di concentrazione, dolori articolari, problemi digestivi, può influire sul sistema immunitario e portare ansia, insonnia, inappetenza (o bulimia) e diminuzione del desiderio sessuale ( o un abnorme aumento). Spesso chi è stressato ricorre a fumo, alcol, farmaci, che tuttavia danno risposte immediate, ma di breve durata. Si dovrebbe invece ricorrere a risposte diverse come: almeno 6 minuti di lettura per distogliere la mente dalla causa dello stress, mezz’ora di camminata, una doccia rilassante, ascoltare musica, ridere.

Cosa si intende per ANSIA: risposta fisiologica a situazioni di pericolo reale o valutate come tali, una sorta di sistema di allarme, che nasce da stimoli INTERNI, da una interpretazione personale delle cose. L’ansia anticipa problemi che potrebbero insorgere e li fa vivere come se fossero presenti. Il farmaco dà sollievo immediato, come già detto, ma è spesso seguito da un senso di vulnerabilità.

I sintomi sono diversi: si è portati a rimuginare, sono presenti accessi di sudorazione, problemi digestivi, attacchi di panico, bisogno di rassicurazione, movimenti ripetitivi, difficoltà respiratoria , insonnia, tendenza a rinviare impegni e decisioni, tachicardia, scarsa concentrazione.

Rimedi: attuare una corretta respirazione ventrale, parlare con qualcuno o anche fra sè e sé delle nostre preoccupazioni, scrivere i propri pensieri ossessivi, rileggerli e poi stracciare in minuscoli pezzi il foglio su cui sono stati scritti.

Occorre tuttavia accettare stress e ansia come elementi del vivere quotidiano; bisogna comprendere la possibilità di prevenire l’insorgere dell’ ansia; bisogna poi convincersi che le situazioni si possono affrontare e superare, ma anche valorizzare (gioco di Pollyanna; cercare anche nelle situazioni più difficili quel po’ di positivo che certamente visi trova).

La lezione è finita con la lettura di storielle divertenti, ma significative: la nostra cara Lucia Todaro è riuscita ancora una volta a portare una visione rasserenante di un problema certamente diffuso: Grazie, Lucia!

UTE: I salotti musicali – Il giorno del ricordo.

Il Maestro Scaioli oggi ci ha intrattenuto commentando ed eseguendo al pianoforte brani scritti nelle prima metà dell’800 da musicisti di grandissimo rilievo nella storia della musica.

In quel momento storico il pianoforte ebbe una grandissima diffusione ed era presente in molte case della nobiltà e della borghesia; in esse si radunavano spesso musicisti, cantanti, pittori, poeti, romanzieri che discutevano tra loro e intrattenevano i presenti. Vennero chiamate Schubertiadi le serate in cui Schubert si esibiva al pianoforte accompagnando il cantante che era stato invitato insieme a lui.

Proprio di Schubert il M.° Scaioli ha eseguito Standchen, che si può ascoltare cliccando sul link. Sono poi seguiti brani di Mendelssohn (che riscoprì e diffuse le musiche di Bach), di Schumann, di Chopin, Liszt , musicisti tra loro contemporanei tutti morti molto giovani, ad eccezione di Liszt che, dopo una brillantissima carriera di concertista, si ritirò dalle scene per dedicarsi alla composizione e negli ultimi anni di vita si fece sacerdote.

Queste lezioni di musica dal vivo inframmezzate da brevi e sapienti commenti sono momenti di vera gioia per tutti noi dell’UTE.

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GIORNATA DEL RICORDO – Vent’anni fa una legge istituiva la “Giornata del Ricordo” per fare memoria dei fatti tragici che videro gli Italiani cadere vittime dei soldati titini in Istria, Trieste, Gorizia.

Il Prof. Cossi per parlare di quei giorni terribili si è basato sulle ricerche di due storici molto apprezzati , Pupo e Spazzali, riportate nel loro libro “FOIBE”.

Le foibe sono inghiottitoi profondissime, presenti nelle zone carsiche. Nel settembre/ottobre del 1943 col collasso del fascismo e la proclamazione dell’armistizio, nelle terre istriane i partigiani slavi presero di mira prima i soldati italiani, poi tutti gli appartenenti all’amministrazione nel periodo fascista e, infine, anche i civili italiani che non si erano mai occupati di politica, ma che avevano il torto di essere italiani. In seguito quelle terre furono controllate dai militari tedeschi, ma quando nel 1945 la Germania si arrese ecco un’altra ondata di crimini orribili. Tedeschi e italiani venivano presi prigionieri e giudicati con processi sommari che finivano sempre con la condanna a morte. I cadaveri venivano gettati nelle foibe e si hanno però prove di persone che vi venivano gettate ancora vive, condannandole a una morte lenta e crudele.

Negli anni che seguirono gli Italiani che erano rimasti nelle loro case, furono costretti ad abbandonarle e a fuggire portando con sé ben poche cose.

Io ho avuto due colleghe che ricordavano la loro fuga con la famiglia da quelle terre che erano rimaste nel loro cuore.