Francesco per me…

In questi giorni ogni notiziario TV, ogni pagina di quotidiano, ogni sito internet è dedicato quasi esclusivamente alla morte di Papa Francesco, a valutazioni sulla sua personalità e sul suo pontificato.

Io non sono certo in grado di competere con i commentatori più noti del mondo della comunicazione, ma posso certo esprimere su questa pagina ciò che penso in proposito. C’è chi, pur avendolo osteggiato e, a volte dileggiato, fino a qualche settimana fa, oggi lo tira dalla propria parte per le sue posizioni più conservatrici; c’è chi lo critica per aver tolto centralità alla Chiesa europea e italiana in particolare.

Per me è stato un Papa coraggioso, che non ha avuto paura (come forse qualche suo predecessore) di denunciare gli scandali che per troppo tempo erano stati nascosti sotto il tappeto; non ha avuto paura di pretendere che anche negli affari finanziari del Vaticano si seguissero le regole. E’ vero ha diminuito il peso della Chiesa europea nominando cardinali per lo più provenienti dai paesi più poveri del mondo, ma la Chiesa Cattolica (ricordare che cattolica significa universale) deve, per sua vocazione originaria, dare voce a tutti i popoli del mondo, tanto più oggi, visto che l’Europa è sempre più lontana dalla religione, mentre il cristianesimo cresce nel sud del mondo.

Io l’ho amato per le sue encicliche innovatrici come la “Laudato sii” o la “Fratelli tutti” in cui si è fatto interprete delle domande di pace tra i popoli e tra gli uomini e il Creato. L’ho amato per la sua attenzione fattiva, concretamente espressa , verso i più poveri, verso i più infelici (incredibile che la sua ultima uscita dal Vaticano sia stata proprio per i detenuti). L’ho amato per la sua accoglienza verso tutti, credenti, non credenti, divorziati, omosessuali … mettendo in pratica gli insegnamenti di Gesù che ha ben detto di essere venuto per portare speranza ai “malati” , ai peccatori, ai più derelitti (ricordiamo la Sua attenzione per i lebbrosi, per quelli costretti a mendicare, per gli ultimi tra gli ultimi?).

Forse chi lo critica ha nostalgia dei tempi della sedia gestatoria, del Papa ieratico e algido chiuso nei suoi palazzi e per questo circonfuso di un alone di mistero e di sacralità irraggiungibile, ma questo modo di interpretare il ruolo del Papa cosa aveva in comune con quel primo pescatore a cui Gesù ha affidato la sua Chiesa?

Carissimo Francesco, sono certa che tu continuerai a pregare e a vegliare sulla tua Chiesa e su questo povero mondo e io continuerò a pensarti come un Papa mite e coraggioso che ha perseguito giustizia e pace ogni giorno del suo pontificato.

Ute: Il mondo del formaggio – Oppenheimer

Il dr. Frigerio oggi ci ha accompagnato nel mondo del formaggio, un mondo complesso e interessante. Ecco come viene definito nel vocabolario il termine “formaggio”: La legge italiana definisce formaggio (o cacio) il prodotto che si ricava dal latte intero, parzialmente o totalmente scremato, mediante un processo di coagulazione acida o dovuta ad aggiunta di caglio (presame), una sostanza che si ricava dal quarto stomaco dei vitelli lattanti (l’abomaso).

Ogni formaggio è frutto di una lavorazione più o meno lunga a seconda del tipo di prodotto che si vuole ottenere. In sintesi si può avere: secondo il contenuto in grassi il formaggio può essere grassosemigrassomagroa doppia crema ; secondo la consistenza, può essere a pasta dura o molle ; secondo la maturazione avremo un formaggio fresco o stagionato ; secondo il modo di caseificazione, sarà crudosemicottocotto. Oggi la produzione è standardizzata per assicurare un elevato livello di qualità del prodotto caseario.

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UTE: “Cuore di tenebra” (2^ parte)

La prof. Laura Molinari ha ieri concluso il ciclo di lezioni sul tema dell’Africa guidandoci all’analisi dei diversi livelli di lettura del romanzo “Cuore di Tenebra” di Joseph Conrad.

Marlow, il protagonista, compie un viaggio all’interno dell’Africa risalendo il corso del fiume Congo a bordo di un battello piuttosto malandato. Il paesaggio è sempre più buio man mano che ci si inoltra nel cuore della giungla e presto si capisce che questo viaggio è la metafora della vita: il buio dell’ambiente esterno riflette il buio che è nei cuori degli uomini che, attratti dalla mira di guadagni ingenti, depredano l’Africa e non si fermano davanti a nulla, arrivando a compiere le nefandezze più atroci verso la popolazione locale. Tra questi coloni, il più conosciuto è Kurtz, che Marlow riesce alla fine a incontrare e che rappresenta l’Europa imperialista che attua un colonialismo rapace e distruttivo.

Conrad con questo suo romanzo vuol denunciare l’ipocrisia del colonialismo inglese (ed europeo) che mentre proclama di voler portare civiltà e salvezza delle anime, in realtà compie orribili crimini per impadronirsi di avorio e materie preziose.

Ute: I soggetti del diritto – La preghiera nella musica classica

Il dr. Spagnuolo questa volta ha potuto svolgere la lezione programmata (l’ultima volta aveva risposto a una richiesta venuta dai soci ).

Ogni essere umano è titolare di diritti dal momento della nascita fino alla morte; ai diritti si accompagnano i doveri. Sono soggetti di diritto le persone fisiche (ogni persona) e le persone giuridiche ( associazioni, enti, società….)

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Trump, il sarcastico.

Nel maggio 2023, in campagna elettorale, Trump aveva detto: “Stanno morendo, russi e ucraini. Voglio che smettano di morire. E lo farò, lo farò in 24 ore”.

Credo che siano passate più di 24 ore dall’insediamento di Trump, ma in Ucraina si continua a morire.

Nell’articolo che ho linkato sopra, si dice che il Presidente americano ha ammesso di essere stato sarcastico quando ha fatto quella affermazione, ma il sarcasmo non impedisce ai soldati di morire e certo, mentre vengono trucidati, non gli viene da ridere pensando a quanto è spiritoso Trump.

Forse Trump è stato sarcastico anche quando ha annunciato l’aumento dei dazi, visto che poi ha fatto un sacco di contorsioni tra conferme e smentite, ma intanto forse lui stesso e i suoi amici avranno fatto un sacco di soldi in modo perlomeno sospetto, a scapito di chi?

Io non so rispondere, ma so che il sarcasmo di Trump non mi piace.

UTE: Il mito dell’arte africana – Follia

Tra la fine dell’ ‘800 e i primi anni del ‘900, in Europa era molto di moda tutto ciò che sapeva di esotico. Era il tempo delle grandi esplorazioni e delle conquiste coloniali; ogni spedizione esplorativa aveva tra i suoi componenti un pittore che doveva coi suoi disegni e i suoi dipinti documentare paesaggi, usi e costumi dei luoghi visitati.

In quegli anni cominciarono le grandi esposizioni universali per mostrare al mondo i risultati prodigiosi del progresso tecnologico: ogni paese aveva il suo padiglione, nel quale c’era anche un ampio spazio dedicato alla ricostruzione di villaggi delle colonie in cui si mettevano in mostra anche gli abitanti stessi di quei luoghi. C’è allo stesso tempo una grande diffusione di oggetti artigianali tipici dei paesi africani e anche nell’arte sorge una corrente denominata “Primitivismo” che sostiene sia necessario liberare l’arte dalle regole e dalle convenzioni che l’hanno dominata nei millenni precedenti per tornare alle origini, alla semplicità. Tra i sostenitori di queste teorie troviamo GAUGUIN, MATISSE e PICASSO.

Quest’ultimo rimane affascinato dalle maschere africane e ne fa collezione; ammira le loro forme geometriche, primordiali, stilizzate e nel 1907 dipinge “Le demoiselles d’Avignon” la prima opera che anticipa il cubismo. Picasso non dipinge la realtà come appare, ma ciò che l’artista sa e conosce di quella realtà.

Anche MODIGLIANI si ispira all’arte africana: da esse prende l’idea delle forme allungate, dell’essenzialità delle forme e delle linee.

La dr.ssa Beretta ci ha poi accennato a due artisti di strada afroamericani, HARING E BASQUIAT che con i loro dipinti denunciano la miserevole condizione dei neri nei quartieri degradati di New York. Le forme e i colori hanno una forte potenza espressiva e se l’estetica lascia a desiderare è proprio perchè l’osservatore sia indotto a soffermarsi più a lungo sul messaggio che l’opera vuole esprimere piuttosto che sul suo aspetto estetico.

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Ieri la prof. Tatafiore ci ha parlato prima di un libro di Patrick McGrath intitolato “Follia” consigliandone caldamente la lettura, poi ci ha fatto percorrere la storia della cura delle malattie mentali nel corso dei secoli.

Nel Medioevo e per molti secoli successivi la follia fu spesso classificata come possessione diabolica e come tali i folli venivano fustigati e messi al rogo. Solo nel 17° secolo, con la scomparsa della lebbra e con lo svuotamento dei lebbrosari, questi ultimi vennero adibiti a luoghi di internamento dei “folli”. Se in Inghilterra il primo manicomio fu aperto nel 1247, in Francia è con Luigi XIV che viene costruita la “Salpetrière, dove venivano rinchiusi ribelli, disadattati, prostitute, bestemmiatori, atei, sifilitici, vagabondi, poveri. I folli non venivano curati, ma puniti. Solo nel XVII secolo si comincia a riconoscere la follia come malattia mentale.

Non avendo potuto seguire oltre la lezione, invito coloro che ne volessero sapere di più a cliccare QUI

UTE: Sfide alimentari globali – Lo scompenso cardiaco

Il dr. Simone Frigerio, amico della nostra Associazione, ci ha parlato di un argomento che preoccupa oggi più che mai.

La popolazione mondiale dal 1800 ad oggi è aumentata di sei miliardi e dal 1950 ad oggi (solo 70 anni) è triplicata, ne consegue che il problema di come nutrire tutti è sempre più pressante.

Poter avere cibo sicuro sufficiente per tutti è garanzia di salute e di tranquillità sociale, infatti la fame è fonte di ribellioni e di guerre.

Che cosa impedisce la possibilità di avere a disposizione cibo per tutti? Le cause sono diverse: la scarsità di risorse, la difficoltà di distribuzione, gli sprechi sia nella fase di produzione che in quella del consumo, lo sfruttamento eccessivo dei terreni negli anni passati.

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