Problemi di sicurezza.

La radio mi ha appena comunicato che secondo il capo della polizia l’ allarme attentati non è mai stato tanto alto e allora mi spiego i controlli severissimi di ieri all’ aeroporto di Stansted.

Passando sotto i metal detector ho fatto scattare il dispositivo di allarme , cosa che a volte capita, anche se non so spiegarmi il perchè : forse è il dispositivo stesso predisposto anche per far scattare controlli casuali.

Ne è seguito un massaggio minuziosissimo da parte di una poliziotta, che mi ha fatto togliere le scarpe e fin qui era già successo altre volte, ma poi è stata anche bloccata la mia valigia, che è stata dirottata insieme a molte altre nella zona di “ispezione manuale”.

C’erano molte altre persone in attesa dei bagagli, che venivano aperti , svuotati e controllati minuziosamente con annessa apertura di sacchetti e astucci vari.

Io mi sentivo un po’ in imbarazzo, perchè quando parto ho tutta la valigia in ordine, ma quando torno di solito è piena di robe da lavare, messe in sacchetti alla rinfusa e mi spiaceva che il mio disordine diventasse di pubblico dominio.

Quando finalmente è arrivato il mio turno, i due giovani  addetti al servizio di sicurezza (due bei giovani gentili e sorridenti, dall’ aspetto tipicamente nordico) hanno cominciato il controllo e uno di loro mi ha rivolto una domanda , che naturalmente non ho capito e mi sono scusata con la solita frase: – Sorry, I don’t understand! I am italian!

Uno dei due ispettori, quello che pareva avere più autorità allora mi ha chiesto in italiano: Come stai?- Io mi sono sentita meglio, perchè  io riesco a capire qualcosa dell’ inglese scritto, ma nei dialoghi a tu per tu purtroppo non ci sono ancora i sottotitoli , anche se penso che ci arriveremo. Mi sono sentita meglio, dicevo, perchè il mio timore era di non comprendere loro eventuali ulteriori domande e di trovarmi in difficoltà.

Invece poi il giovanotto che mi aveva parlato in italiano ha invitato il collega, che mi aveva richiesto anche i documenti,  a soprassedere : aveva capito che non ero una pericolosa terrorista, ma solo una vecchia signora pacifica e un po’ intimidita e mi ha augurato buon viaggio restituendomi la valigia.  Ho ringraziato di cuore e me ne sono andata verso la zona degli imbarchi, ma intanto pensavo che  queste perquisizioni sono sì fastidiose, ma rassicuranti.