Da tre giorni sto dibattendo su facebook sul problema del costo di certi giocattoli.
I miei nipotini sono stati qui da me per un po’ di giorni e volevo che potessero riportare a casa un qualche cosa che ricordasse loro questi momenti. Li ho portati al supermercato che ha il più vasto assortimento di giocattoli della zona.
Le scelte dei nipotini si concentravano però su un reparto particolare: quello dei mostri componibili della Lego. econ mio grande sconcerto son venuta a scoprire che esistono confezioni da 30, 40, 80, 180 e più euro!!!!
Per me era immorale spendere tutto quel danaro per un giocattolo e me ne sono venuta via senza comprare nulla tra le proteste dei due bambini, spiegando loro che con quei soldi il bambino africano che seguo ci campa sei mesi.
Ho parlato dell’ immoralità, a mio parere, di questo tipo di giocattoli su facebook e ne è nata una lunga discussione. Alcuni dichiaravano che davvero prezzi tanto esorbitanti creano come minimo una discriminazione tra chi può permetterseli e chi non può. Altri facevano rilevare come fosse compito dei genitori dire dei no, anche per educare i figli a scelte responsabili e non crescere degli smidollati che ritengono che tutto sia loro dovuto, e a questo fine si faceva notare l’ importanza del colloquio continuo coi propri figli.
A qusto punto sono andata sulla pagina facebook della Lego e ho scritto le mie critiche, aggiungendo che certi articoli andrebbero commercializzati non come giocattoli , ma come oggetti da collezione in un reparto a sè. Allora ha avuto inizio un accesissimo dibattito tra me e due che ritengo fosseo i curatori della pagina .
La prima bordata verteva sul fatto che nessuno punta una pistola alla tempia per far acquistare certi articoli e che tra le mani oggi i bambini hanno comunque telefonini e play station anche più costosi dei giocattoli Lego. A questa argomentazione ho risposto che erano condannabili tutte quelle spese improntate al consumismo più sfrenato. Poi una signora ha posto l’ accento sulla “creatività” dei giochi Lego, ma io ho fatto notare che i vecchi mattoncini lego avevano questo valore educativo, ma che questi nuovi kit insegnano solo a seguire degli schemi , poi i bambini lasciano le costruzioni ultimate sugli scaffali a riempirsi di polvere. Infine mi è stato detto che il come commercializzare i prodotti non dipende dalla Lego e che non farebbe ALCUNA DIFFERENZA ESPORLI IN REPARTI A LORO RISERVATI : a questo punto ho replicato che chi stava affermando questa sciocchezza sapeva benissimo l’ importanza della dislocazione delle merci nei punti vendita e che non mi si potevano raccontare storie.
Stamattina ho cercato di rintracciare questa conversazione sulla pagina della Lego, ma è stata oscurata per lasciare solo una traccia del mio primo intervento. Questo è il segno più evidente che l’ attuale commercializzazione è dettata dalla più bieca speculazione sui bambini e sull’ amore che i genitori hanno per i loro figli, perchè se il più delle volte è facile dire dei no educativi, lo è molto meno quando ci sono altri problemi a complicare la vita, siano essi di tipo familiare o di salute o altro……