Rivedendo la storia dei meridiani mi sono ricordata di un libro che ho letto qualche tempo fa: L’ISOLA DEL GIORNO PRIMA di Umberto Eco.
Un giovane piemontese, tal Roberto de la Grive, inviato da Richelieu a scoprire i misteri che si credeva si celassero agli antipodi , fa naufragio e, unico sopravvissuto, trova rifugio su un relitto incagliatosi da tempo a poca distanza da un’isola misteriosa . Tra il relitto e l’isola passa la linea del cambiamento di data (da qui il titolo). Roberto nella sua solitudine, rivede la sua vita , mentre tenta di sopravvivere.. I suoi flash-back danno modo a Eco di dare sfoggio di una cultura impressionante, tanto pare sconfinata.
Questo è senz’altro un titolo di merito dell’opera, ma a mio parere anche il suo limite : l’autore è più preoccupato di mostrare il suo sapere che di tenere desta l’attenzione del lettore, almeno se quel lettore assomiglia a me. ….infatti io a pochi capitoli dalla fine del libro non sono più riuscita a proseguire nella lettura e perciò se non svelo il finale non è per non togliere ai potenziali lettori il gusto di scoprirlo, ma perchè proprio non lo conosco.