L’ultimo terremoto, che sta mettendo in ginocchio una parte dell’Italia Centrale, ha messo anche a rischio il manoscritto de “L’infinito” di Leopardi. Fortunatamente si è trovata una sistemazione più sicura….. per quanto riguarda invece la poesia, credo che essa sia e sarà sempre al sicuro nella mente di tanti, che un giorno forse l’hanno studiata a memoria sbuffando, ma che poi hanno imparato ad amarla come una delle più sublimi poesie della letteratura italiana.
Sempre caro mi fu quest’ermo colle, E questa siepe, che da tanta parte Dell’ultimo orizzonte il guardo esclude. Ma sedendo e mirando, interminati Spazi di là da quella, e sovrumani Silenzi, e profondissima quiete Io nel pensier mi fingo; ove per poco Il cor non si spaura. E come il vento Odo stormir tra queste piante, io quello Infinito silenzio a questa voce Vo comparando: e mi sovvien l’eterno, E le morte stagioni, e la presente E viva, e il suon di lei. Così tra questa Immensità s’annega il pensier mio: E il naufragar m’è dolce in questo mare |
G. LEOPARDI.