Oggi la prof. Beretta ci ha guidato alla rilettura di alcune opere artistiche sul tema della violenza sulle donne. Molto eloquente la foto iniziale : una Barbie (simbolo della donna giocattolo) fatta con tante tessere ricavate da corpi di bambole usando la tecnica del mosaico, ma è una Barbie con la bocca sanguinante e il viso pieno di lividi.
Poi siamo tornati indietro nel tempo e abbiamo rivisto le opere del Bernini raffiguranti i miti di Apollo e Dafne e del ratto di Proserpina e qui la bellezza e la sapienza delle forme fa passare quasi inosservata la tragedia che le due giovani stanno vivendo. Abbiamo poi potuto ammirare molti altri capolavori di Tiziano, Rembrandt, Goya e Klimt. Molte di queste opere si rifanno ai miti greci e romani e non pongono l’accento sulla sofferenza delle donne rapite, violentate e abusate…la sofferenza delle donne non contava molto né per i pittori (tutti maschi) nè per i destinatari e committenti di queste opere: la violenza sulle donne è come se facesse parte di un copione collaudato e immutabile da sempre. Solo in Goya appare la prima denuncia della violenza come sopruso da condannare.
Per un impegno non ho potuto seguire la seconda lezione del prof. Galli.