Questa storia, che Concita De Gregorio riporta su “repubblica”, ritrae un vecchio vizio della scuola.
Ricordo che quando ero alle prime armi come insegnante in un plesso scolastico con più sezioni per ogni classe, chissà per quale magia mi capitavano le classi con la percentuale più alta di bambini provenienti da famiglie in difficoltà.
La selezione in quei casi era mascherata dall’alfabeto: nella sezione A venivano inseriti i bambini col cognome che iniziava con le prime dieci lettere, mentre i restanti finivano nella sezione B.
Ora ci sono altri modi, soprattutto nelle scuole medie: si inseriscono sezioni con particolari indirizzi didattici, così abbiamo la sezione musicale, quella con due lingue straniere o quella informatica……
E i bambini con evidenti difficoltà di apprendimento restano confinati nelle sezioni senza alcuna specializzazione? Questo non lo so e spero che queste ultime non si trasformino in ghetti, ma possano contare su insegnanti preparati e impegnati ad offrire ad ogni alunno la possibilità di sfruttare al meglio le proprie potenzialità. Perchè, diciamolo francamente, la qualità della scuola dipende dalla qualità degli insegnanti, dalla loro professionalità, dalla loro preparazione, indipendentemente dall’indirizzo particolare che viene dato alle classi…..