Ieri il dr. Sassi ci ha spiegato come l’aumento vertiginoso della popolazione del pianeta in questi ultimi secoli abbia provocato una richiesta di energia sempre superiore.
Contrariamente a quanto si pensava quarant’anni fa (ricordate la crisi energetica dei primi anni ’70 e le domeniche a targhe alterne?), quando si pronosticava l’esaurimento delle riserve di petrolio a breve termine, oggi si sa che ci sono enormi disponibilità di combustibili fossili e di materie prime custoditi nelle viscere del pianeta, ma si sa anche che sono sempre più difficili da raggiungere e quindi il loro reperimento diventerà sempre più dispendioso.
Ora, soprattutto negli Stati Uniti, si usa la tecnica del fracking, tecnica che però comporta molti rischi ambientali.
La Scuiola di Francoforte è stata fondata da un gruppo di giovani intellettuali, appartenenti a varie discipline, nei primi anni 20 del secolo scorso. Lo scopo iniziale delle loro ricerche era lo studio delle nevrosi post-traumatiche di cui soffrivano i reduci della Grande Guerra. Essi cercavano di far convergere il pensiero di tre giganti: Marx, Freud ed Hegel.
Nella critica alle teorie di questi tre pensatori, scaturisce la condanna per chi ha sostituito ai fantasmi della religione e dei dogmi, quelli del materialismo e della coercizione. La cultura diventa una forma di industria per manipolare la realtà e le coscienze, ino a portare alla creazione di lager e gulag.
Nella scuola di Francoforte viene idealizzato il mito di Ulisse quando deve affrontare le sirene: questo mito descrive la società moderna, dove il popolo è schiavizzato nel lavoro ripetitivo delle catene di montaggio e non può godere della bellezza dell’arte. Quest’ultima è riservata alle élites, ma esse sono sempre più impegnate nella ricerca di guadagni sempre più cospicui e questo fa sì che la bellezza dell’arte le sfiori soltanto, senza che ne possano trarre godimento.