Siamo in riva al lago: io sono seduta su un tronco adibito a panchina a contemplare la placida bellezza del Segrino e Davide corre avanti e indietro: è l’ora del suo allenamento…
In uno spiazzo erboso accanto a noi si fermano due giovani uomini vestiti con gli stessi jeans corti e la stessa maglietta rossa. Hanno con sè un grosso cane nero dalla pelliccia foltissima e un bambino nero di forse cinque anni. Tutti e tre si accingono a prendere il sole.
Io, guardandoli e vedendo la buona armonia che regna fra quelle tre persone, provo a indovinare che storia le leghi e immagino che i due giovani siano una coppia omosessuale che ha adottato il bambino, ….ma non ho certo modo di controllare…
A questo punto rifletto: gli omosessuali non hanno scelto la loro condizione e mi pare giusto che possano vivere alla luce del sole la loro vita e non siano condannati a una disperata marginalità come accadeva nel passato. Non credo però che abbiano diritto ad avere figli tramite pratiche contro-natura come l’utero in affitto. Se però possono dare affetto e protezione a bambini sfortunati senza famiglia, credo sia cosa buona.
Davide è stanco e ritorniamo sui nostri passi, lasciando alle nostre spalle un sereno quadro di vita ferragostana sulle rive del lago…