Quando si sente parlare o si legge dei milioni di morti delle guerre del novecento si è portati a non vedere che una moltitudine di ombre che marciano in un’atmosfera fuligginosa, senza tempo: ombre indistinte, silenziose, anonime…. Ma le dediche dei visitatori della nostra mostra hanno disegnato visi e sguardi, con una storia appena accennata, ma unica e inconfondibile nel dolore che rivela.
E’ così apparso Miro, un diciottenne, uno dei tanti ragazzi del ‘99…è poco più che un bambino. Non è più tornato né si è saputo mai come sia finita la sua esistenza ….è svanito nel nulla, forse polverizzato da una bomba o da un lanciafiamme. Sua madre non ha avuto nemmeno una tomba su cui piangere e portare un fiore ….
C’è un papà, che è tornato dalla guerra; è riuscito a sfuggire ai cecchini, alle bombe, ai gas, alla spagnola ed ha potuto riabbracciare la sua bambina, ma lei ricorda che il suo papà non era più lo stesso di prima… L’angoscia, la paura, l’orrore della guerra possono continuare a fare molto male anche ai sopravvissuti…
Elide invece è morta giovanissima sotto i bombardamenti di Piazza Mercato, mentre stava vivendo tranquillamente la sua quotidianità…
E c’è una madre che non esita a sfidare le bombe per portare in salvo il proprio bambino…. mi pare di vederla correre con tutte le sue forze per raggiungere il suo piccolo, mentre le sirene lacerano l’aria e le bombe cominciano a squarciare case, strade e …vite umane… ma lei continua a correre…
Piccole storie che la grande Storia non considera, ma che hanno lasciato la loro impronta indelebile in chi ancora le ricorda e le vuole far ricordare…
Molte dediche rivelano poi il rifiuto netto e deciso della guerra per risolvere i problemi, essa è sempre e comunque un’assurda inutile strage…
Questo era l’intento della mostra: far ricordare e far riflettere….obiettivo raggiunto!!!