“A spasso nei boschi” è un film tratto da un romanzo autobiografico di Bill Bryson e interpretato da Robert Redford e Nick Nolte.
Racconta di uno scrittore in crisi che decide di percorrere il sentiero dei Monti Appalchi (3500 Km.) per provare nuove emozioni a contatto con la natura e forse per provare a se stesso di non essere “finito” come uomo e come scrittore. Suo compagno di viaggio è un vecchio amico di gioventù che non rivedeva da anni. Nel cammino, i due incontrano viaggiatori intrepidi, animali selvatici e difficoltà di vario genere e questo li induce a ricordare la loro giovinezza, a raccontarsi le rispettive vicende personali con la confidenza che si può avere solo con chi ha diviso con te gli anni della gioventù.
A un certo punto cadono in un burrone e si credono spacciati: non riusciranno mai a risalire la parete ripida che li sovrasta…. è il momento per riconoscere i propri errori, per mettersi a nudo, per riflettere sulla immensità del cielo e dell’universo e sulla piccolezza di noi esseri umani, che spesso dimentichiamo di essere solo un granello di sabbia sperduto nel cosmo.
L’incidente pone fine alle velleità di terminare il percorso programmato, le cui difficoltà sono troppo superiori alle forze di due vecchi, ma il cammino percorso insieme non è stato inutile: ha rinsaldato un’amicizia e ha fatto apprezzare ad ognuno dei due protagonisti quanto di bello e di buono la vita continua a concedere loro.
Ho letto le recensioni non entusiasmanti di questo film, ma a me è piaciuto: l’ironia di tante situazioni e l’autoironia dei due personaggi mi ha fatto passare una serata piacevole. Certo rivedere Reford e Nolte invecchiati ti fa riandare col pensiero alla loro immagine di quando erano giovani, belli e aitanti e questo ti mette un po’ di malinconia, perchè è inevitabile pensare che il tempo ha prodotto anche su di te gli stessi guasti che ha compiuto su tali campioni di avvenenza.