Oggi il Dott. Rigamonti ci ha parlato della comunicazione verbale e delle tappe dello sviluppo del linguaggio nel bambino.
La COMUNICAZIONE VERBALE è la capacità specificatamente umana di comunicare verbalmente e implica due tipi di COMPETENZE:
• LINGUISTICHE: capire e produrre frasi significative e formate secondo le regole grammaticali;
• COMUNICATIVE: abilità di usare le frasi in modo appropriato al contesto.
Il docente ha ribadito che è l’adulto il vocabolario del bambino e che è importante parlargli in maniera corretta, perché il bambino impara imitando.
Ha poi sottolineato che è importante che le cose che si apprendono abbiano una immagine nel cervello.
L’apprendimento del linguaggio non è solo la parola, ma anche la rappresentazione mentale.
Nelle prime settimane, il bambino emette dei suoni vegetativi;
a 2 mesi, il bambino comincia a emettere delle vocalizzazioni;
verso i 7 mesi, il bambino comincia con la “lallazione” canonica (la lallazione è l’emissione di suoni ripetitivi come da-da, ma-ma);
A 10-12 mesi, si sviluppa la “lallazione variata”, cioè i bambini, con semplici lallazioni, compongono delle vere e proprie frasi con intonazione e ritmo corretti.
Ci sono dei bambini che a 12 mesi parlano già, altri no. Spesso non è un problema del bambino, ma dell’adulto perché il suo insegnamento non è stato corretto.
Grazie al cielo, però, tutto poi si mette a posto, perché quando i bambini vanno al nido o all’asilo, stando vicini ad altri bambini, hanno degli stimoli diversi.
Infine, per concludere questa prima parte sulle competenze linguistiche, il docente ci ha descritto lo SVILUPPO FONOLOGICO del bambino da 1 a 3 anni:
• a 10 -12 mesi il bambino riproduce circa 50 parole;
• a 17 – 24 mesi c’è un’esplosione di vocabolario e il bambino riproduce fino a 300-600 parole;
• a 3 anni la maggior parte dei bambini italiani padroneggia tutti i fonemi della nostra lingua.
Altra cosa è la COMPRENSIONE:
• a 7 mesi i bambini comprendono alcune parole familiari;
• a 8 mesi comprendono una cinquantina di parole;
• a 18 mesi circa 200 parole.
Tuttavia, la comprensione è molto soggettiva.
Il docente termina la lezione parlando del “SORRISO” SOCIALE”.
Alla nascita il bambino “imita” l’adulto anche nei modi. Questo discorso imitativo dura tutta la vita. Quando il bambino comincia a sorridere, vuol dire che il bambino comincia a instaurare una relazione con le persone conosciute.
La lezione del dott. Rigamonti è stata, come tutte le sue lezioni, molto stimolante e utile per i nonni, che hanno rapporti stretti con i bambini, ma anche per gli altri che, pur non essendo nonni, hanno imparato qualcosa di veramente istruttivo e interessante
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La lezione di oggi della professoressa Zapparoli ( sempre con la collaborazione del professore Francesco Pintaldi, che prepara dei video bellissimi) è legata intimamente con la lezione precedente sulla storia del balletto classico. Oggi approfondisce anche alcuni argomenti tecnici, già accennati la volta scorsa, presentandoci una “étoile” della danza molto importante: Carla Fracci.
Carla Fracci inizia presto la sua storia di danzatrice. E’ una bimbetta proveniente da una famiglia molto semplice, che vive a Milano in una casa di ringhiera e che si forma in questa città per andare verso un cammino di grande fama internazionale.
Nasce a Milano il 20 agosto 1936 e studia alla Scala. Nel 1954 si diploma e subito viene chiamata presso i più grandi teatri stranieri (ll London Festival Ballet, il Sadler’s Wells Royal Ballet, lo Stuttgart Ballet , il Royal Swedish Ballet e l’American Ballet Theatre.) che la volevano accanto ad altri grandi ballerini di fama mondiale come Nureyev.
Il primo lancio di Carla Fracci fu al Festival di Nervi (cittadina della Liguria)e da lì fu chiamata a debuttare a New York con Giselle, la cui interpretazione più famosa è quella con Erik Bruhn. Giselle è un balletto classico-romantico, scritto dal romanziere francese Théophile Gautier e musicato dal celebre compositore di musiche per balletti Adolphe-Charles Adam, Carla Fracci ha danzato Giselle anche con Nureyev e Paolo Bertoluzzi, un grande ballerino italiano.
Durante la visione del video che riproduce alcuni pezzi di Giselle, la nostra docente ci fa notare la freschezza, la leggerezza, la bravura tecnica dell’interpretazione di Carla Fracci come pure l’espressione del viso che esprime molto bene le emozioni. Infatti, Carla Fracci, oltre ad essere una brava ballerina, è anche una brava attrice.
Sempre durante l’esecuzione di questi brani, la docente ci dice una curiosità riguardo ai piedi dei ballerini: le ballerine ballano in punta, mentre i ballerini usano la mezza punta. Anche lo sviluppo della muscolatura dei ballerini maschi è diversa perché devono essere in grado di alzare la ballerina. La ballerina, invece, deve avere una caviglia fortissima, per reggere il peso del corpo, e un collo del piede che deve abituarsi a curvarsi in un modo un po’ innaturale.
La lezione continua con altri filmati di personaggi del passato:
Isidora Duncan, innovativa per la danza;Anna Pavlova, grande coreografa e ballerina.Abbiamo visto anche due interpretazioni di “Giulietta e Romeo”, una con Liliana Cosi e Nureyev e l’altra con Carla Fracci e Nureyev. Senza togliere nulla a Liliana Cosi, l’interpretazione di Carla Fracci ci è sembrata più sentita e partecipata. La lezione si è conclusa con una danza di Luciana Savignano e una danza allegra tratta dal Don Chisciotte.
Grazie alla professoressa Zapparoli per l’interessante lezione e al professore Francesco Pintaldi per il bellissimo video.