La scelta dell’argomento di questa lezione di Don Ivano, segue quello della celebrazione degli anniversari.
Vediamo cosa avvenne in Italia cento anni fa, dopo la fine della Prima Guerra Mondiale.
Don Ivano ci invita a leggere gli avvenimenti della Storia sotto lo sguardo della razionalità e non della passionalità e sottolinea che è importante cercare di leggere i documenti sotto tutti i punti di vista e non solo da una chiave di lettura.
Ci indica anche gli autori di alcuni libri dai quali ha attinto per stendere la sua lezione.
Dopo questa introduzione, don Ivano ci descrive gli avvenimenti del 1919.
Il 23 marzo ci fu l’incontro in Piazza San Sepolcro a Milano da cui verranno fuori i sansepolcristi che non necessariamente diventarono tutti fascisti, mentre alcuni che parteciparono alla Marcia su Roma, precisa il docente, non erano tutti stati a Piazza San Sepolcro. Da questa adunata, alla quale non si sa bene quante persone parteciparono, sorsero “I Fasci di Combattimento”. Don Ivano sottolinea che l’adunata di piazza San Sepolcro, ricordata come il battesimo del Fascismo, fu un grande flop, sia per il numero delle adesioni, sia nei risultati che ne sortirono.
Il 15 aprile ci fu l’assalto alla redazione dell’”Avanti” a Milano, giornale socialista, perché il Partito Comunista non era ancora nato. C’erano “i massimalisti”, che nel 1919 facevano ancora parte del partito socialista, e che, poi, daranno vita al Partito Comunista.
Il 18 gennaio dello stesso anno, Don Sturzo fondò il Partito Popolare.
Con i Fasci Combattenti, Mussolini voleva dare una risposta al malcontento popolare, che dilagava soprattutto tra i soldati rientrati dal fronte che avevano difficoltà a trovare lavoro. Tra questi soldati, i più scontenti erano gli “Arditi”.
Don Ivano ci spiega che gli “Arditi” erano un corpo speciale dell’esercito che non apparteneva all’esercito, un gruppo di soldati temerari che doveva sottolineare il coraggio al limite della sfrontatezza, nelle operazioni belliche più rischiose.
All’adunata di Piazza San Sepolcro, si costituì un rapporto stretto tra gli “Arditi” e Mussolini.
Don Ivano paragona gli “Arditi” di Mussolini alle SA tedesche, che dovevano difendere Hitler con interventi anche violenti.
In questo periodo Mussolini non aveva ben chiaro cosa volesse fare. Sicuramente non voleva fondare un Partito Politico, anche se nel ’21 lo fonderà. Con l’istituzione dei Fasci di Combattimento, Mussolini creò l’”antipartito” contro due pericoli: la destra conservatrice e la sinistra che si presentava come il partito che voleva andare al potere con le stesse modalità di Lenin.
A questo punto, il docente ci spiega che il partito marxista – leninista si differenziava dalla teoria marxista perché voleva la presa del potere con la violenza. La paura di una rivoluzione bolscevica anche in Italia fece il buon gioco di Mussolini.
Nel 1921 Mussolini si rese conto che per combattere i Socialisti e il Partito Popolare doveva far nascere un altro Partito popolare. Nacque così il Partito Fascista.
La “marcia su Roma” avvenne nel 1922 e nel 1925 il regime fascista prese forma di uno stato totalitario.
Don Ivano termina la sua lezione commentando i due discorsi, in contraddizione tra loro, di Gioacchino Volpe e di Ignazio Silone.
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Continuando il discorso rimasto in sospeso nell’ultima lezione, la prof. Russo ci ha parlato delle guerre attuali, combattute da compagnie private di tecnici ed esperti di armi sofisticatissime. In Arabia Saudita, ad esempio ci sono oggi 43.000 tecnici americani (solitamente ex-ufficiali in pensione), mercenari veri professionisti della guerra. L’8% delle spese militari USA è destinato a compagnie militari private: il dato si riferisce al 2003 in Russia ci sono 4.500 imprese dello stesso tipo con un totale di 155.000 dipendenti.
Ci sono nel mondo attualmente 378 guerre, che devastano tanti paesi, soprattutto africani, che hanno la sola colpa di possedere miniere di metalli rari e preziosissimi per le produzioni tecnologicamente più avanzate. Chi intende impossessarsi di queste materie prime, acquista vaste estensioni di terra e per cacciare le popolazioni che le hanno abitate da sempre ecco che vengono ingaggiate queste compagnie militari private: è quello che sta accadendo in 29 paesi africani. Possiamo certamente dire che che lo sviluppo tecnologico dell’Occidente è stato reso possibile dallo sfruttamento delle risorse dell’Africa.
A questo punto la nostra docente ha affrontato un nuovo tema: cosa può fare la non-violenza oggi per contrastare la violenza?
Per cominciare ci ha ricordato grandi figure di testimoni della non-violenza: Don Mazzolari, Don Milani, Gandhi e, sorprendentemente, Eisenhower, che nella sua veste di generale prima e di presidente USA poi, ha potuto ben comprendere quanto i gruppi industriali delle produzioni militari possano condizionare le decisioni dei politici.
Forse una domanda ci viene spontaneamente alle labbra: cosa possono fare le persone comuni per contrastare la violenza delle guerre?
Il primo dovere di ogni cittadino è quello di informarsi, di non lasciarsi influenzare dalla propaganda e dai media; poi possiamo accertarci se le banche alle quali affidiamo i nostri risparmi risultano negli elenchi degli Istituti di credito che finanziano la produzione di armi (e molte nostre banche sostengono fabbriche di armi sia in Italia che all’estero) e in caso affermativo è bene dirottare i nostri soldi verso banche etiche, che investono in settori non militari.
Se tutti ci comportassimo in questo modo, le banche sarebbero costrette a cambiare le loro strategie di investimento, le fabbriche di armi non più finanziate dovrebbero diminuire drasticamente la loro produzione e ai guerrafondai passerebbe la voglia di scatenare guerre in giro per il mondo.