Il professor Sassi ci parla oggi dei microbi e dei batteri che si trovano nel nostro corpo. Ci dice che ogni persona è circondata da una nuvola di batteri assolutamente personale e univoca, che nessun altro al mondo ha. I batteri sono l’asse portante della vita sulla terra e anche del nostro corpo.
Essendo i gruppi di batteri che ricoprono il nostro corpo unici, sono come le impronte digitali, ci contraddistinguono e possono aiutarci a comprendere di più noi stessi.
Il docente passa, poi, a parlare del MICROBIOTA INTESTINALE. Esso è l’insieme di migliaia di microorganismi: batteri, funghi, virus e protozoi che si trovano nel nostro intestino e sono essenziali allo sviluppo del sistema immunitario. Il Microbiota intestinale pesa circa 1KG e mezzo ed è composto da 500 specie di batteri diverse tra loro, divise in 45 generi e 14 famiglie. Alcune di queste famiglie sono utilissime perché aumentano la capacità dell’organismo di metabolizzare i carboidrati, altre possono diventare nocive.
La maggior parte dei microbi che popolano l’intestino sono “buoni”, ci aiutano a combattere le infiammazioni e aumentano le difese immunitarie.
Il professore aggiunge che la varietà dei batteri è superiore alla varietà animale, perché i batteri sono più antichi degli organismi complessi. Tuttavia, la loro diversità è tutta a livello della “biochimica”. Il docente ci spiega che il MICROBIOMA è la totalità del patrimonio genetico posseduta dal MICROBIOTA.
Il 99% della nostra componente genetica deriva dai batteri. Per questo motivo il “microbioma” è diventato oggetto di studio molto interessante per la Medicina. Alcuni studi dicono che per ogni cellula umana ci sono 10 cellule batteriche. Studi più recenti affermano che i geni del microbioma sono complementari ai geni dell’uomo. Questi geni del “microbioma” aiutano al mantenimento dello stato di salute prevenendo o fungendo da terapia per molte patologie.
Ci sono due stadi di “microbiota”: EUBIOSI e DISBIOSI.
Con il termine eubiosi si intende un buon equilibrio e funzionamento del microbiota nell’intestino. Se invece c’è un’alterazione qualitativa o quantitativa si parla di disbiosi. La disbiosi è associata a diversi fattori. La composizione del microbiota è fortemente influenzata dall’alimentazione, aggiunge il professor Sassi.
Alcune recenti ricerche dimostrerebbero che esiste una correlazione stretta tra ciò che mangiamo, i microbi che abitano l’intestino e il nostro stato di salute. Una dieta ricca di fibre è più vicina a quella originaria dell’uomo: prima dell’era industriale, infatti, la nostra specie si è nutrita per millenni di vegetali e di (poca) cacciagione.
Si è scoperto che i soggetti che seguono questa dieta ricca di fibre hanno nell’intestino una popolazione di microbi molto più ricca e varia rispetto a quella contenuta nell’intestino di altri soggetti abituati a mangiare zuccheri, grassi, carne e molte meno fibre.
Basterebbe allora cambiare dieta e iniziare a mangiare alimenti ricchi di fibre (legumi, cereali integrali, frutta, verdura) per ripopolare il nostro intestino delle specie perdute? Non è esattamente così: un cambiamento di stile di vita stimola un arricchimento del microbiota, ma non è in grado di farci recuperare specie che non fossero già presenti nel nostro organismo alla nascita.
Con degli esperimenti condotti sui topi, è stato infatti verificato che i microbi scomparsi dall’intestino della madre a causa di una dieta “occidentale” risultano definitivamente estinti nell’intestino del figlio immediatamente dopo il parto. Molti microrganismi, infatti, passano al neonato attraverso i contatti con la pelle, i capezzoli e le labbra della mamma. E se la mamma non li possiede, la trasmissione non può avvenire.
A contribuire a questo processo di estinzione microbica nell’uomo occidentale sarebbero stati anche altri fattori intervenuti con il progresso: per esempio, l’urbanizzazione e dunque l’allontanamento da terreni agricoli e l’uso degli antibiotici, in grado di uccidere gran parte della microflora.
Alcuni scienziati, aggiunge il professore, (ma gli studi sono ancora da verificare) affermano che l’unico metodo possibile per ricreare nell’addome degli uomini civilizzati un microbiota simile a quello dei popoli di nativi (più sani) sia quello di salvare i microbi a rischio di estinzione in una sorta di “arca di Noè” biologica, per poi reimpiantarli artificialmente nei nuovi ospiti umani (TRAPIANTO DI MICROBI).
Il professore conclude la sua lezione parlandoci del rapporto tra flora batterica intestinale e comportamento. Ci dice che i batteri intestinali possono influenzare la memoria, ma anche il nostro umore e addirittura le funzioni cognitive.
Il professore ci parla adesso di due batteri intestinali: la PREVOTELLA che predomina in chi ha una dieta basata sui carboidrati e i batteri del genere BACTEROIDETES, invece, che hanno preferenze per alcuni grassi.
Alcuni studiosi pensano addirittura che certe specie di batteri siano capaci di indurci a mangiare quello che loro desiderano.
Ecco perché, quando nell’intestino dei bambini piccoli aumentano i proteobatteri e diminuiscono i Bacteroidetes, i neonati piangono molto di più per le coliche: in questo modo forse finiscono per ottenere più cibo.
Il professore sottolinea, però, che per avere conferma di una tale correlazione tra intestino e cervello saranno necessarie indagini decisamente più approfondite.
Anche per l’ASMA nei bambini, conclude il docente, alcuni batteri sono favorevoli per non farla sviluppare. E’ stato provato che una terapia antibiotica nei primi mesi di vita favorisce l’insorgere dell’asma, mentre la vita in fattoria previene e protegge da questa malattia.
Grazie al professor Sassi per questa interessante lezione e per i suoi preziosi consigli!
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La psiche è una dimensione intima che raccoglie tutte le nostre esperienze individuali, ma anche gli archetipi (modelli di comportamento) della comunità cui apparteniamo. I miti greci sono la personificazione di questi archetipi, che rivivono anche nei nostri comportamenti.
Per poter parlare dei miti bisogna ripercorrere la Teogonia, così come ce l’ha tramandata Esiodo nel 700 A.C. circa. (Chi volesse rinfrescare le proprie reminiscenze scolastiche su questo argomento, può cliccare QUI). Precedente alla nascita di questi miti è il culto della Dea Madre, in cui si venerava il mistero della vita; nelle dee di seconda generazione, Era, Demetra e Persefone, viene riproposto il miti antico, in versioni diverse. Esse sono le dee della relazione e se il loro archetipo rivive in noi, cercheremo il contatto con gli altri e la loro approvazione.
ERA: bellissima, l’animale a lei sacro era il pavone e il suo fiore era il giglio. Quando Zeus la circuisce, lei gli resiste fino a quando lui la sposa; è l’archetipo della moglie perfetta che si realizza attraverso il matrimonio e i successi del marito. Il divorzio per lei è impensabile e la solitudine può distruggerla.
DEMETRA: sorella di Era, è la dea delle messi e la IV moglie di Zeus; con lui avrà una figlia: Persefone. Ade però rapisce questa fanciulla e Demetra allora si metterà alla sua ricerca, dimenticandosi di far maturare le messi e di nutrire gli uomini. Solo quando Zeus la aiuterà a ritrovarla e lei potrà trascorrere con sua figlia una parte dell’anno, si dedicherà nuovamente a proteggere i raccolti. L’archetipo di Demetra è quello della madre. Le donne in cui prevale questo modello sentono fortissimo il desiderio della maternità e si dedicano preferibilmente a professioni in cui prevale l’ aspetto di cura ( come insegnanti o infermiere) ma rischiano di diventare madri ossessive ed oppressive.
Bisogna coltivare in sè più archetipi per evitare i pericoli insiti in ognuno di essi, se assunto in maniera esclusiva.