UTE: Lo straniero secondo De Certeau – E l’è dumenica…

Il prof. Porro ieri ci ha fatto conoscere storie e personaggi che molti di noi non conoscevano.

De Certeau era un gesuita* (1925/1986); studiando i primi anni di fondazione della Compagnia di Gesù, si è imbattuto in un carteggio epistolare del 1630  tra J. J. Surin e la superiora di un convento di orsoline, nel quale alcune giovani suore, che si erano invaghite del loro altrettanto giovane confessore, si dicevano possedute dal demonio e come tali, durante i processi per stregoneria*, si autoaccusavano dei delitti più atroci.

De Certeau paragonò quei processi a quelli contro gli oppositori di Stalin: anche questi erano indotti ad autoaccusarsi di tradimenti e congiure mai avvenuti. Il gesuita inoltre studiò il fenomeno per cui i presunti indemoniati vanno in trance, si agitano, parlano un linguaggio incomprensibile: è il demonio che parla in loro; allo stesso modo, dice De Certeau, anche i mistici, dicono che è Gesù a parlare attraverso di loro (S. Teresa D’Avila).

De Certeau si occupò poi di un argomento oggi molto dibattuto:  nel suo libro “Lo straniero” afferma che il missionario vive l’esperienza di chi sa di essere portatore di una verità particolare a popoli che hanno già una loro verità e in questo incontro il missionario impara a conoscere meglio se stesso. Il vero test del Cristiano è il rapporto con lo straniero: i cristiani infatti devono essere pronti ad accettare l’altro e in questo incontro scoprono l’alterità di Dio, come i discepoli di Emmaus, che non riconoscono Gesù nello straniero che si accompagna al loro fianco durante il cammino. E a questo punto il nostro docente legge il brano dal Vangelo di Matteo (Mt. 25, 31-46) in cui si legge ” Ero straniero e non  mi avete accolto…” e poi prosegue leggendo un brano tratto dalla prefazione di “Se questo è un uomo di Primo Levi:

A molti, individui o popoli, può accadere di ritenere, più o meno consapevolmente, che “ogni straniero è nemico”. Per lo più questa convinzione giace in fondo agli animi come una infezione latente; si manifesta solo in atti saltuari e incoordinati, e non sta all’origine di un sistema di pensiero. Ma quando questo avviene, quando il dogma inespresso diventa premessa maggiore di un sillogismo, allora, al termine della catena, sta il Lager.

*I gesuiti sono religiosi appartenenti alla Compagnia di Gesù fondata da S. Ignazio di Loyola.

* La stregoneria fu un fenomeno generalmente rurale; nelle campagne persistevano residui di pratiche precristiane; le streghe conoscevano  le proprietà curative di certe erbe e rappresentavano anche una istanza di autonomia del mondo femminile, che la Chiesa voleva cancellare. I processi per stregoneria diminuirono col progresso della scienza e con l’Illuminismo

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Nella seconda ora di lezione, i docenti Ghioni, Vasirani e Gottardi hanno continuato ad illustrarci l’opera del poeta comasco Orazio Sala, leggendo i brani di Vangelo che egli ha tradotto in dialetto per un giornale locale, nella rubrica intitolata: “E l’è dumenica”.

Sala aveva scoperto che Gesù nella sua predicazione, per farsi capire dalla gente, utilizzava l’aramaico che non era altro che un dialetto e allora ha voluto fare altrettanto: utilizzare la semplicità, l’immediatezza e la concretezza del linguaggio dialettale per comunicare il messaggio del Vangelo, che ridotto all’essenziale non è altro che una gran fede nella Provvidenza.