Dal dopo guerra ad oggi molte cose sono cambiate: le democrazie occidentali sono in crisi per la sfiducia dei cittadini nelle istituzioni, per la distanza tra cittadini e “palazzo”, per il nazionalismo che rialza la testa, per il populismo che pare dilagare in vari paesi europei e per la paura indotta dall’ immigrazione. A tutto questo si aggiungono: gli effetti di una lunga crisi economica che ha portato disoccupazione soprattutto giovanile, il terremoto “Brexit” che ha prodotto effetti deleteri anche senza essere diventata realtà (ma solo annuncio), l’isolazionismo degli USA, l’egoismo di certi stati membri che intendono la UE solo come bancomat da cui attingere risorse, ma poi si ritraggono quando si richiede la loro solidarietà…. Questi fattori di disgregazione sono amplificati da una classe politica che in genere tiene più in considerazione la possibilità di essere rieletta che non il bene dei propri cittadini.
In questo stato di cose, una propaganda manovrata ad hoc, induce la gente a individuare nell’Europa, che pure ha commesso errori, la responsabile di tutti i mali. ….. Ma molto più spesso sono i singoli stati col loro miope egoismo a ostacolare l’efficacia delle direttive europee….
Ora, dato questo stato di cose, l’Europa parrebbe la proverbiale casa costruita sulla sabbia, ma per affrontare le sfide del mondo di oggi (clima, terrorismo, immigrazione, inquinamento ….) non c’è altra via da seguire che unire le forze per consolidare le fondamenta della casa comune guardando al futuro e alle giovani generazioni.