Ieri a Milano si concludeva la mostra dedicata ad Antonello da Messina. Spinta dal desiderio di incontrare mia cugina Lia e Nicola, suo marito, ho preso il coraggio di mettermi in treno e di andare insieme a loro alla mostra.
Le opere esposte erano tutte di piccole dimensioni, ma forse proprio per questo stupisce la cura dei particolari, della prospettiva e direi addirittura della tridimensionalità creata con sapienti giochi di ombre e di luci. Nel campo della ritrattistica fu un innovatore e un maestro: quando tutti dipingevano le persone di profilo, come nelle monete e nelle medaglie, Antonello ritrasse i suoi personaggi girati di 3/4 con lo sguardo verso chi guarda il quadro. Inoltre riusciva a dare una fine caratterizzazione di ogni personaggio, tanto che viene detto “il pittore psicologo”. Basta un sorriso appena accennato, un lieve innalzamento di ciglia o uno sguardo particolare per far trasparire l’anima del soggetto ritratto nel quadro . La voce dell’audio-guida faceva notare come Antonello , ben prima di Leonardo con la sua Gioconda, abbia saputo dipingere sorrisi diversi: ironici, sprezzanti o dolcissimi.
Certamente però il dipinto che più emoziona è quello dell’Annunciata. E’ una fanciulla cui è appena stato annunciato un evento che sconvolgerà la sua vita; la sua mano sinistra sta tenendo il velo con modestia, la destra rivela il suo timore, il suo turbamento, tuttavia lo sguardo è sereno, pieno di dolcezza nel suo abbandono alla volontà divina.
E’ un vero peccato che con il terremoto di Messina del 1908 gran parte delle sue opere sia andata perduta.