La comunicazione è il principale strumento che ci consente di avere buone relazioni con gli altri; riuscire ad avere buone relazioni ci rende felici.
La comunicazione però deve essere efficace e a tal fine dobbiamo riuscire a farci ascoltare, a farci capire e a farci ricordare (nel senso di riportare al cuore”, di lasciare nell’altro un’impressione positiva).
Ci sono tante tecniche per comunicare, ma in realtà la comunicazione è un’arte: essa deve diversificarsi in base al tipo di interlocutore e alla situazione del momento. Analizzando il processo comunicativo vediamo che c’è sempre un: CHI (trasmittente/ricevente); COSA si trasmette (contenuti verbali, messaggi in codice, intenzione relazionale); COME si comunica (linguaggio non verbale); DOVE (contesto, luogo, circostanza).
Contrariamente a quanto potrebbe apparire, la parte prevalente nella comunicazione è attribuibile ai messaggi non verbali: il tono e la modulazione della voce, il ritmo dell’eloquio, la gestualità, la postura del corpo, i movimenti oculari, la mimica facciale. Deve però esserci coerenza tra il contenuto del messaggio (le parole) e la modalità di comunicazione perchè la comunicazione stessa sia efficace. Se daremo ai nostri bambini dei messaggi incoerenti, se cioè appare evidente che non siamo convinti di ciò che diciamo, creeremo in loro confusione e insicurezza.
Alcuni studi hanno dimostrato che i figli di donne depresse rischiano sovente di cadere essi stessi in depressione, non perchè la malattia sia “contagiosa” o trasmissibile, ma perchè una madre depressa non è coerente nella comunicazione e il bambino non capisce bene cosa si voglia da lui e si deprime.
Per una comunicazione efficace non sono tanto importanti le parole che usiamo, ma la chiarezza e la trasparenza del nostro intento comunicativo.
Noi impariamo a comunicare fin dai primi momenti di vita dai nostri genitori e in seguito anche dagli insegnanti e dalle persone con cui veniamo in contatto.
Chiunque operi nella comunicazione, deve tener presente che la parte più difficile è l’ASCOLTO. I bambini di oggi che non sono più abituati all’ascolto e alla comunicazione con gli adulti e con i coetanei (per colpa di televisione, computer e smartphone) fanno molta fatica ad ascoltare: la loro capacità di attenzione non supera i 7 secondi (!!!); per gli adulti invece si può arrivare ai 20 minuti. E’ necessario perciò trovare strategie comunicative tali da stimolare l’attenzione di chi ci ascolta.
Una buona comunicazione deve avere queste caratteristiche: il messaggio verbale deve essere chiaro, comprensibile e interessante; deve essere comunicato in modo convincente e coerente e deve essere ASSERTIVO. Solo così la comunicazione crea empatia tra le persone ed è fonte di soddisfazione per tutte le parti coinvolte.
Teniamo comunque sempre presente che chi si sente veramente ascoltato, si sente anche amato.