Come ho già avuto modo di dire, in questi giorni di isolamento mi sta tenendo buona compagnia la lettura della versione integrale del libro di Etty Hillesum “Diario”. L’autrice è una ragazza ebrea di 27 anni che assiste ogni giorno all’arresto di famiglie intere, ma si sforza di condurre una vita il più normale possibile: è la sua forma di resistenza.
Ieri sera ho letto questo brano che potrebbe adattarsi benissimo anche alla situazione di questi giorni, in cui siamo in balia di un male davanti al quale ci si sente impotenti…Pedalando in bicicletta per le strade della sua città, Etty pensa:
“Mio Dio, prendimi per mano, ti seguirò, non farò troppa resistenza.
Non mi sottrarrò a nessuna delle cose che mi verranno addosso in questa vita,
cercherò di accettare tutto e nel modo migliore. Ma concedimi di tanto in tanto
un breve momento di pace.
Non penserò più nella mia ingenuità,che un simile momento debba durare in eterno, saprò anche accettare l’irrequietezza e la lotta.
Il calore e la sicurezza mi piacciono, ma non mi ribellerò se mi toccherà
stare al freddo purché tu mi tenga per mano.
Andrò dappertutto allora, e cercherò di non aver paura.
E dovunque mi troverò, io cercherò d’irraggiare un po’ di quell’amore,
di quel vero amore per gli uomini che mi porto dentro.”
“