“1919-1920 Una serie di lotte operaie e contadine culmina con l’occupazione delle fabbriche. Tra gli eventi più significativi, lo sciopero agricolo a Novara, Vercelli, Casale Monferrato, Mortara, Pavia e Voghera che dura cinquanta giorni tra il marzo e l’aprile del 1920 con oltre 180mila lavoratori che danno vita a uno dei conflitti sindacali più lunghi e radicali di tutta la storia del proletariato italiano.” (da Internazionale)
Forse mia madre ricordava questi scioperi di un secolo fa, quando raccontava con voce addolorata come le si stringeva il cuore a sentire i muggiti strazianti delle mucche che da giorni non venivano munte né accudite. Lei non riusciva a perdonare agli scioperanti di aver fatto soffrire degli animali innocenti.
Io credo tuttavia che nemmeno gli scioperanti si divertissero in quella situazione, ma era quello forse il solo modo di far valere le proprie ragioni in un momento storico certamente difficile per tutti (era appena finita la Grande Guerra).
Noi che oggi diamo per scontati tanti diritti di cui godiamo dovremmo ricordarci di quanti hanno sofferto e combattuto per conquistarli.
Lo sapevate che sono state le mondine a ottenere che l’orario di lavoro non superasse le otto ore giornaliere?