11 luglio 1942
Mi chiedo cosa farei effettivamente se mi portassi in tasca il foglio con l’ordine di partenza per la Germania e se dovessi partire tra una settimana. Supponiamo che quel foglio mi arrivi domani, cosa farei? Comincerei col non dire niente a nessuno, mi ritirerei nel cantuccio più silenzioso della casa ….cercando di radunare tutte le mie forze da ogni angolo di anima e di corpo. Mi farei tagliare i capelli molto corti e butterei via il rossetto. Cercherei di finire di leggere le lettere di Rilke. Mi farei fare dei lunghi pantaloni con quella stoffa che ho ancora per un mantello d’inverno. Naturalmente vorrei ancora vedere i miei genitori ….. e vorrei scrivere all’uomo che mi farà morire di nostalgia. …. Mi procurerò un piccolo zaino e porterò con me lo stretto necessario ….mi porterò la Bibbia….non porterò ritratti di persone care, ma alle ampie pareti del mio io interiore voglio appendere le immagini dei molti visi e gesti che ho raccolto, e quelle rimarranno sempre con me. …
Molte persone mi rimproverano per la mia indifferenza e passività e dicono che mi arrendo così, senza combattere. Dicono che chiunque possa sfuggire alle loro grinfie deve provare a farlo, che questo è un dovere, che devo fare qualcosa per me. Ma questo conto non torna. ……ma un certo numero di persone non deve partire comunque? Il buffo è che non mi sento nelle loro grinfie, sia che io rimanga qui sia che io venga deportata….. non mi sento nelle grinfie di nessuno, mi sento soltanto nelle braccia di Dio. Forse mi potranno ridurre a pezzi fisicamente, ma di più non mi potranno fare….(DIARIO – Quaderno X)
Credo che ogni commento a queste parole di Etty Hillesum, sia superfluo; sono parole che bastano da sole a rappresentare la grandezza di questa piccola donna ebrea, che non accetta l’idea di salvarsi a scapito di qualcun altro suo simile…