Ieri sera ho visto un film francese:”Un profilo per due” che può offrire qualche spunto di riflessione.
La storia è presto riassumibile: Pierre è un vecchio, che vive nel ricordo della moglie defunta, crogiolandosi nella sua solitudine e nella sua malinconia. Si è isolato dal resto del mondo e si sta lasciando andare sempre più.
La figlia, che lo va a trovare spesso e che gli fa le pulizie di casa, un giorno gli regala un vecchio computer e manda da lui il compagno di sua figlia, un trentenne di nome Alex , per insegnargli ad usarlo.
Pierre ben presto impara a navigare su internet e, spacciandosi per Alex, trova su un sito di incontri una fisioterapista trentenne di nome Flora. Pierre sa scrivere pensieri pieni di sensibilità e la ragazza ne rimane affascinata, tanto che chiede di poterlo incontrare nella sua città, Bruxelles.
Pierre capisce benissimo che la sua età (ottant’anni circa) non gli consentirà di continuare quel gioco amoroso che pure è così vitale per lui, infatti gli sta ridando la voglia di vivere, perciò convince Alex, dietro compenso, ad accompagnarlo a Bruxelles e a sostituirlo nell’incontro con Flora. Alex, da parte sua è molto restio: lui è fidanzato con la nipote di Pierre, anche se quel rapporto non è proprio perfetto.
Flora e Alex scoprono di avere un fortissimo feeling e una fortissima attrazione fisica; Alex però vuole troncare comunque quella relazione fondata sull’equivoco e sulla menzogna, ma Pierre fissa un altro appuntamento con Flora, nel quale si farà passare per il nonno di Alex, sperando segretamente di poter svelare tutta la verità alla giovane.
Naturalmente il castello di carte messo in piedi da Pierre non può non crollare e alla fine Flora e Alex si sposeranno, mentre Pierre trova un’altra compagna più adatta a lui.
Il film fa riflettere su alcuni temi:
-l’uomo, che resta vedovo, si adatta con più fatica alla solitudine, forse perchè da sempre abituato ad avere accanto qualcuno che lo accudisce (prima la mamma poi la moglie) e spesso cade in depressione;
-molte persone di una certa età si rifiutano di accostarsi alle nuove tecnologie, ne diffidano, si sentono inadeguati e questo non fa che farle sentire emarginati, tagliati fuori da una realtà in continua evoluzione;
-l’uso di un computer consente a Pierre di venire a contatto con tutto un mondo di informazioni e di possibili relazioni che accendono di nuovo in lui l’interesse per la vita;
– non ci si può illudere di poter far tornare indietro le lancette del tempo, di ritrovare sensazioni e situazioni vissute in gioventù, ma si può ugualmente provare, anche nella terza età, a dare un senso alla propria esistenza in tanti modi: Pierre lo trova in una nuova compagna, ma altri possono trovarlo in nuovi interessi, in nuovi campi di impegno culturale o nel volontariato.
Questo film, anche se non sublime, mi ha regalato due ore molto piacevoli.