Non credo di avere il dono della profezia, anzi sono sicura di non averlo, ma forse non servono particolari capacità divinatorie per leggere gli eventi e trarre delle conclusioni.
Un anno fa, nel momento in cui Salvini pareva invincibile, scrivevo queste considerazioni, mettendo in guardia il “capitano”: gli Italiani, dopo la caduta del comunismo, sono usciti dalle opposte trincee dove si erano arroccati per 50 anni ed è scattato come un ordine non detto: “Liberi tutti!!!”. Da quel momento l’elettorato del “Bel Paese” è diventato sempre più fluido e la gente si lascia di volta in volta affascinare dal personaggio emergente di turno, ma poi la saggezza prende il sopravvento e nel successivo turno elettorale tutto si ridimensiona.
Di questo “election day” appena finito io apprezzo infatti il ridimensionamento di Salvini e di Matteo Renzi, che per la prima volta ha presentato liste col suo simbolo.
Salvini è ben lontano da quel 38% di cui era accreditato un anno fa e Renzi, che al momento della scissione sperava certo nel botto, si vede confinato a un ruolo quasi irrilevante.
Un pensiero confortante a mio avviso è che, in fondo, gli Italiani a lungo andare sanno valutare i loro leader e sanno discernere l’arrosto dal fumo che alcuni cercano di creare.