Restare umani.

Questa pandemia che ci costringe alla lontananza, forse ci fa riscoprire il valore dei rapporti umani …

E’ questo che pensavo ieri mentre tornavo a casa dopo la messa, durante la quale una bambina del nostro gruppo ha potuto ricevere la sua prima Comunione essendone stata impossibilitata ai primi di ottobre, quando l’hanno ricevuta  tutti i suoi compagni.

Lei era emozionatissima, fino alle lacrime,nel sentirsi citare in vari momenti della messa. Fortunatamente molti suoi amici e amiche avevano capito l’importanza di esserle vicini in quel momento e hanno partecipato numerosi alla messa e alla comunione. Forse in altri tempi molti sarebbero andati fuori città per il weekend  e non avrebbero ritenuto importante essere presenti. Invece ieri c’erano con il loro affetto e la loro empatia.

Alla fine del rito, tutti si sono affollati accanto alla loro amica per farle festa e fare foto ricordo.

A volte si è portati a credere che i bambini di oggi siano diversi da quelli di ieri, perchè distratti da videogiochi insulsi e da una tecnologia onnipresente, ma forse questa pandemia, che li ha costretti davanti ai computer per ore, ha fatto scoprire a tutti, e in particolare ai bambini, i limiti degli strumenti tecnologici.

Siamo arrivati alla saturazione e stiamo dando loro  il giusto peso: sono certamente utili, direi addirittura  preziosi in queste circostanze, ma non possono trasmetterci il calore  e la bellezza degli incontri reali.

Forse riusciremo a restare umani, come sono rimasti umani i nostri bambini.