La storia di Ettore Majorana, che lo scrittore Leonardo Sciascia racconta nel suo libro “La scomparsa di Majorana”, comincia il 25 marzo 1938 quando il grande fisico siciliano, che Enrico Fermi non esitò a definire un genio, inviò una lettera nella quale annunciava la sua improvvisa scomparsa.
Sciascia lesse questa lettera nel 1975 perché pubblicata nel giugno di quell’anno sul quotidiano “La Stampa”. Prendendo spunto da questa lettera e sentendo che essa poteva aprire la prospettiva di scrivere un “giallo”, Sciascia, che già abbiamo visto come scrittore di gialli legati alla mafia nella scorsa lezione, costruisce un libro nel quale ipotizza una sua personale soluzione della scomparsa di Ettore Majorana.
Il professor Porro ci ha raccontato la biografia di questo illustre fisico e ha elencato le varie ipotesi, a volte anche fantasiose, scaturite dalle indagini che sono state effettuate dopo la sua scomparsa.
Ettore Majorana nacque nel 1906 a Catania, da una famiglia prestigiosa. Fu un bambino prodigio e rivelò una precoce attitudine alla matematica e alla fisica. Dopo il liceo si iscrisse alla facoltà di Ingegneria.
Convinto da un suo amico e dopo un incontro con Enrico Fermi, professore ordinario di Fisica presso l’Università di Roma, cambiò facoltà e si laureò con il massimo dei voti in Fisica nel 1929.
Fece parte del gruppo noto come i “ragazzi di via Panisperna”, ma fu soprattutto un teorico all’interno di questo gruppo.
Majorana aveva un carattere chiuso e malinconico. Per circa tre anni (dal 1934 al 1937) si chiuse in casa senza uscire mai. Probabilmente soffrì di una forte depressione, oltre che di altre malattie.
Nel 1937 accettò la cattedra di Fisica teorica all’Università di Napoli per meriti scientifici. Anche a Napoli condusse una vita ritirata. Dopo aver accettato ufficialmente la cattedra il 12 gennaio 1938, il 25 marzo dello stesso anno, Majorana partì da Napoli su un piroscafo per tornare a Palermo. Durante il viaggio inviò ai suoi amici una lettera nella quale esprimeva la sua volontà di suicidarsi, smentita da un telegramma e da un’altra lettera nella quale scriveva che “Il mare non l’aveva voluto” e che sarebbe rientrato a Napoli. Tuttavia, proprio da quel giorno, Majorana scomparve. Furono avviate le indagini, ma da allora si sono susseguite tante ipotesi, alcune fantasiose. La più avvalorata è quella del suicidio.
Ma cosa ipotizza Sciascia nel suo libro?
Lo scrittore ipotizza che la scomparsa dell’illustre fisico sia dovuta a una sorta di “dramma personale” e che si sia ritirato in un convento perché sopraffatto dal senso di responsabilità riguardo ai suoi studi e al suo ruolo di scienziato. Majorana, secondo Sciascia, avrebbe avuto l’intuizione circa un possibile sviluppo della” bomba atomica” e delle conseguenze disastrose che ne sarebbero potute scaturire.
Preferì scomparire, o suicidarsi, piuttosto che sentirsi responsabile degli effetti disastrosi che i suoi studi avrebbero potuto arrecare al mondo.
Grazie, Angela!