La litosfera, o crosta terrestre, non è così fissa e statica come si è pensato per moltissimo tempo. La Terra ha circa 4miliardi e mezzo di anni, ma gli oceani non hanno più di 200milioni di anni …è logico chiedersi se è esistito un periodo (lunghissimo per la verità) in cui non esistevano gli oceani…
La conoscenza e la rappresentazione del mondo è stata molto approssimativa fino a pochi secoli fa e la teoria creazionista contribuiva a rafforzare l’idea che il mondo fosse immutabile: se Dio lo aveva creato così, era certamente il migliore dei mondi possibili e non poteva certo cambiare..
Nell’800 però gli scienziati, constatando come molte rocce fossero il risultato del raffreddamento di una massa magmatica, arrivarono a formulare l’ipotesi che inizialmente la Terra fosse un’enorme palla di fuoco, poi raffreddatasi via via. Le montagne perciò vennero spiegate come le “grinze” che si erano formate in superficie durante il raffreddamento.
Nel 1912 il climatologo e geologo tedesco Wegener, si applicò nell’approfondimento di una teoria già formulata da alcuni studiosi nel ‘600: le terre emerse, un tempo, dovevano essere tutte unite tra loro; lo avevano dedotto dalla forma dei continenti, che erano complementari, ma questo non era una prova sufficiente a confermare la loro teoria. Wegener attraverso lunghe ricerche constatò che sulle opposte rive dell’Oceano Atlantico si trovavano gli stessi tipi di fossili, risalenti a più di 200milioni di anni fa, mentre la fauna attuale era totalmente diversa. Come spiegarlo?
Wegener giustificò la sua teoria con varie spiegazioni: la presenza, fino a più di 200milioni di anni fa, su tutti i continenti, di forme di vita identichee di serie rocciose simili, la prova di enormi forze che hanno modellato le rocce sulla superficie terrestre, la traccia della presenza di enormi ghiacciai anche in terre attualmente ai tropici.
Tutto questo poteva confermare l’esistenza primordiale della Pangea, comprendente tutte le terre emerse e circondata dalle acque.
Wegener però non sapeva come spiegare quali forze avessero poi spinto le varie zolle della crosta terrestre ad allontanarsi e quindi gli scienziati suoi contemporanei mostrarono molto scetticismo nei confronti della sua teoria, che fu però confermata in seguito quando la tecnologia consentì di esplorare i fondali oceanici: essi erano percorsi da immani catene montuose sommerse sorte al confine tra le diverse zolle continentali.
Wegener morì nel 1930 in un crepaccio in Groenlandia, senza sapere che i suoi studi, durati tutta una vita, lo avevano condotto a formulare una delle teorie più brillanti di tutto il XX secolo.
A questo punto la bella e interessante lezione del dr. Sassi si è conclusa, ma sono seguite poi alcune risposte alle domande dei partecipanti che ci hanno spiegato l’origine dei terremoti che periodicamente sconvolgono il nostro paese e non solo il nostro (la zolla africana si sta dirigendo verso nord e quindi tende a spostare la nostra penisola); anche i cambiamenti climatici sono stati oggetto di interrogazioni e qui le conseguenze che si possono prevedere sono molto tragiche: non per il pianeta Terra che non è nuovo a tali mutamenti, ma per tutta l’umanità che vedrà scomparire molte metropoli costiere, l’ avanzare dei deserti, il liberarsi nell’atmosfera di enormi bolle di metano con conseguenze facilmente immaginabili .
Grazie, prof. Sassi: è sempre un piacere ascoltarla!