Ricollegandosi all’argomento della scorsa lezione, il rapporto tra uomo e natura, il professor Creuso ci introduce alla conoscenza di un pittore dell’’800: Giovanni Segantini.
Questa scelta è dovuta al fatto che egli esprime nelle sue opere il rapporto che c’è tra l’uomo e la natura e anche perché ha trascorso qualche anno della sua vita in Brianza, precisamente a Pusiano, dove c’è il “Percorso Segantini”, lungo il quale si possono ammirare le riproduzioni di alcune opere di questo pittore.
Segantini nasce ad Arco di Trento nel 1858, quando il Trentino era ancora sotto la dominazione austriaca. E’ fuori dalla politica italiana e, per questo, si sentirà sempre privo di terra e diventerà un “apolide”.
Perde la madre a 7 anni e va a Milano col padre che lo affiderà alla sorella. A Milano vive una vita ai margini, viene arrestato per vagabondaggio e rinchiuso in riformatorio.
In riformatorio gli insegnano il mestiere di calzolaio, tuttavia notano la sua bravura nel disegno e gli danno la possibilità di frequentare l’Accademia di Brera.
Viene notato da due mecenati milanesi, i fratelli Grubicy, che lo aiutano e, soprattutto Vittore Grubicy instaura con lui un rapporto di lavoro e di amicizia.
In questo periodo dipinge alcuni quadri tra cui. ”Il coro della Chiesa di Sant’Antonio” che lo consacra pittore.
Conosce, poi una donna (Bice Bugatti) della quale si innamora e che vorrebbe sposare. Purtroppo non può perché apolide, ma convive con lei e sarà la madre dei suoi 4 figli.
Nel 1883 Segantini si svincola dal rapporto con Grubery e si trasferisce a Pusiano, in Brianza, dove dipinge opere ispirate alla vita contadina. Una di queste è:”La raccolta delle zucche”, che racconta l’attimo in cui passa un treno che sconvolge la vita contadina. Qui l’autore vuole sottolineare il contrasto che c’è tra modernità e tradizione.
Da Pusiano si trasferisce a Eupilio, dove prende in affitto una bella villa seicentesca abbandonata. In questo periodo dipinge: ”La benedizione delle pecore”, dove è evidenziato il rapporto positivo fra uomo e animale.
Infine, si trasferisce a Caglio, dove dipinge l’ultimo quadro del suo periodo brianzolo
Si reca in Svizzera, a Savognin, dove si avvicina al movimento “divisionista”.Vive qui per 8 anni.
In questo periodo dipinge dei quadri il cui tema è quello della maternità, centrale della sua produzione artistica.
Uno è “Le due madri”, ambientato all’interno di una stalla, dove il calore della paglia riscalda una mucca col proprio vitellino, che riposa con la testa sulla zampa della madre, mentre un neonato si addormenta fra le braccia di sua madre.
In svizzera Segantini guadagna un po’ di soldi che gli permettono di trasferirsi a Maloja, in Engadina. La sua ultima opera è:” Il trittico della natura”.
Infatti Segantini muore, a soli quarantuno anni, il 28 settembre del 1899 per un attacco di appendicite che provoca una peritonite, che gli viene mentre è bloccato per il maltempo in un rifugio in alta quota in cui era andato per dipingere.
Grazie, Angela!