Oggi in Pakistan matrimoni combinati e femminicidi sono proibiti e condannati dalla legge, quindi nemmeno nel Paese di origine Saman avrebbe dovuto subire quello che ha subito.
Questa affermazione viene espressa dalla scrittrice Asmae Dachan in questo articolo di Avvenire.
E’ confermata così l’idea che chi si trasferisce da un paese ad un altro, chi emigra, tende a conservare intatte le tradizioni, le usanze e la lingua del proprio paese, così come erano quando se ne è allontanato. Mentre in patria tutto si evolve, come succede ovunque, il migrante conserva nella sua mente un quadro immutabile del modo di vivere che ha segnato la prima fase della sua vita, resta aggrappato tenacemente a tutto ciò che ritiene delinei la sua identità. Succede a tutti i migranti a qualunque etnia appartengano.
Questo però causa lacerazioni dolorosissime nei casi in cui ci sia una vera e propria contrapposizione di valori in famiglie come quella di Saman Abbas e, come si dice nell’articolo, a subirne le conseguenze più tragiche sono le donne.