“Non è un mondo per vecchi”
Il professor Porro usa come titolo della sua lezione, quello di un libro scritto da un filosofo e scrittore francese e ci presenta il suo autore: Michel Serres, che ha avuto la fortuna di conoscere in varie occasioni e di tradurre alcuni suoi libri.
Michel Serres è nato nel 1930 a Agen, nel sud della Francia, nei territori catari.
I Catari erano un gruppo religioso, ritenuto eretico, che venne sterminato, ai primi del 1200, per volontà della Chiesa Cattolica.
Ciò che caratterizza questa religiosità catara è il senso acuto della presenza del male nel mondo. Questo male si esprime attraverso la forza, la violenza, la logica guerresca del potere.
Michel Serres fa presto l’esperienza della guerra con la guerra civile in Spagna che scoppia quando lui ha 6 anni e dura 3 anni. Questa guerra è atroce e cruenta.
Egli ricorda che nelle sue zone e anche a casa sua arrivavano fuggiaschi e feriti di entrambe le parti e i suoi li accoglievano e li ospitavano. E’ lo spirito delle tradizioni cristiane catare dell’accoglienza.
Poi, da ragazzino, vive gli orrori della Seconda guerra mondiale.
Da questi orrori della guerra, Serres esce con la convinzione che anche da un punto di vista della cultura bisogna tracciare le vie della pace. Diventerà un grande filosofo e ribadirà per tutta la vita che la filosofia non è amore per il sapere, ma sapere dell’amore.
Da adolescente, finito il liceo, frequenterà la Scuola Navale e diventerà ufficiale di marina.
Per questo Serres, oltre che filosofo, è un grande esperto di Matematica e Fisica.
Farà l’ufficiale per alcuni anni, poi, nel ’57, allo scoppio della crisi del Canale di Suez, che poteva portare ad un’altra guerra, Serres capisce che è il momento di lasciare, perché lui non vuole essere un marinaio per fare la guerra.
Nel suo libretto intitolato “Distacco”, sottolinea la sua avversione e rifiuto della logica della rivalità, dei conflitti, del rifiuto degli altri e recupera la visione cristiana della vita, come la filosofa Simone Weil alla quale si ispira.
Scrive circa 60 libri, tutti tradotti in italiano e insegna nelle università parigine.
Dedica cinque volumi al Dio Ermes (Mercurio, il messaggero degli dei). In questi volumi ribadisce l’idea che l’epoca della produzione industriale, quella del dio Prometeo, è finita e che l’umanità sta entrando nell’epoca dell’informazione.
A questo punto si trasferisce in California, dove incontra l’antropologo Renè Girard.
Nell’opera del 1980, “Il contratto naturale”, Serres ribadisce l’importanza di estendere il contratto anche tra l’uomo e la natura e, quindi, passare dalla logica del dominio a quella del rispetto.
Nel libro “Ominescenza” sottolinea che oggi, con le nuove tecnologie, possiamo controllare e programmare ciò che un tempo era impossibile fare: per esempio programmare le nascite e aumentare l’aspettativa di vita grazie alle scoperte in campo medico.
Poi, con gli smartphone, ci è possibile essere ovunque.
Nel libro:” Non è un mondo per vecchi”, Serres introduce la figura di Pollicina, ragazza di oggi, chiamata così perché con il suo pollice tiene sotto controllo il mondo intero. L’autore sa che stanno crollando le gerarchie e i privilegi secolari, ma si schiera incondizionatamente dalla parte dei ragazzi.
Nel 2018, poco tempo prima di morire, (morirà il 1° giugno 2019), scrive:” Contro i bei tempi andati”, dove riprende la figura di Pollicina e la contrappone al Vecchio Brontolone. Il passato non è bello come sembra, ci dice Serres, e ora stiamo vivendo sicuramente in un mondo migliore.
Tuttavia, c’è solo una cosa che possiamo rimpiangere delle epoche passate, conclude Serres, ma anche il professor Porro, ed è la vita nelle comunità. In passato si giocava nei cortili e negli oratori, oggi si vive da soli e spesso i ragazzi si rinchiudono nelle loro camere con computer e smartphone.
Essi non solo soffrono la solitudine, ma si “autorecludono” e questo fenomeno, sempre più frequente, purtroppo, è molto negativo.
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Oggi il prof. Rizzi ci ha parlato di DOMOTICA, la scienza interdisciplinare che si occupa di migliorare la qualità della vita dentro le nostre case.
Le prime proposte domotiche erano piuttosto complesse sia nel momento dell’installazione che in quello dell’utilizzo; ora però la tecnologia ha semplificato tutto e può assicurare confort, sicurezza e risparmio energetico.
Oggi si parla di SMART (furba, intelligente) HOME quando nell’abitazione sono presenti dispositivi elettronici che regolano la climatizzazione, il riscaldamento e l’illuminazione (con la possibilità di regolare automaticamente i consumi anche in base alle condizioni atmosferiche ).
Anche mantenendo i vecchi impianti, si può ottenere un grande risparmio energetico cambiando solo il termostato e cambiando le valvole dei singoli caloriferi.
Molto innovativi sono anche gli elettrodomestici di nuova generazione, che possono essere azionati anche a distanza con l’apposita app sullo smartphone.
Si possono trovare in commercio dispositivi per azionare le tapparelle,, interruttori con comando vocale, videocitofoni collegati al cellulare, telecamere che fanno scattare l’allarme antifurto solo in caso di movimenti umani (e non per il gatto che passa o per il vento).
Ci sono droni che ispezionano la casa quando il proprietario è fuori e sensori che monitorano fughe di gas o la presenza di fumo. Molto comodi sono poi gli impianti per l’irrigazione di orti e giardini in caso di assenza dei proprietari.
Tutti questi dispositivi, se correttamente installati e collegati ad Alexa possono essere comodamente azionati con comandi vocali e il prof. Rizzi ce ne ha dato dimostrazione pratica, suscitando la nostra meraviglia.
E’ un mondo nuovo che forse spaventa un po’ noi diversamente giovani, ma può offrirci molte possibilità di indipendenza.