A volte ritorniamo sulle pagine
dove una volta siamo stati felici.
È facile come lasciare che corrano
all’indietro tra le dita,
tornare ai segni che abbiamo lasciato,
a quelle brevi note con cui
volevamo indicare a un altro lettore
che proprio lì doveva fermarsi.
Basta cercarle per vedere
che non sono più le stesse:
qualcosa è cambiato in questo breve
intervallo in cui ce ne siamo andati.
Tornare è un altro modo di misurare
la grandezza incerta della ferita.
Non conoscevo questo poeta spagnolo contemporaneo, ma mi pare molto interessante. In questa poesia mette il dito su una verità che tutti conosciamo: come i ricordi deformano la realtà di quanto si è vissuto o come l’esperienza vissuta faccia vedere in tutt’altra luce le cose del passato. Mi spiace non conoscere lo spagnolo; penso che nella lingua originale questi versi sarebbero anche più suggestivi.