Ricorre quest’anno il centenario dalla nascita di Pier Paolo Pasolini, grande letterato e grande regista. Era un comunista libertario, era omosessuale e frequentava ragazzi giovanissimi; percepisce il mondo come male, ma è anche innamorato della vita. Per Pasolini la realtà è opera di un Dio maligno, da cui si deve fuggire; l’unica felicità possibile è su questa terra. Dalle sue opere traspare una profonda sacralità delle cose e della vita . Ha il gusto della provocazione e spesso tende a fare scandalo.
Era nato a Bologna nel 1922, visse la giovinezza in Friuli, terra della madre, ma si laureò a Bologna nel 1945.
Suo padre era di origini nobili ed era un ufficiale di fanteria molto rigido col figlio; la madre invece proveniva da una famiglia contadina, ma amava molto la poesia e, non condividendo l’atteggiamento del marito, riversava tutto il suo amore sui due figli.
Nella vita di Pier Paolo la madre fu la figura più importante e a lei dedicò toccanti poesie; nei confronti del padre ebbe grande risentimento attenuato solo negli ultimi anni di vita. Un evento segnò profondamente Pasolini: la morte del fratello Guido che si era arruolato nella Resistenza.
Al tempo delle lotte dei contadini contro i proprietari terrieri si schierò dalla loro parte ed abbracciò l’ideologia comunista, ma poi condannato per atti osceni fu espulso dal partito e dovette fuggire a Roma dove visse con la madre per alcuni anni in estrema povertà. Cominciò a frequentare i ragazzi di borgata e a questi ambienti si ispirarono le sue opere più famose. Quando nel 1968 iniziarono gli scontri tra studenti e polizia, Pasolini si schierò a favore dei poliziotti figli di povera gente, contro gli studenti figli di benestanti.
Il racconto del prof. Porro era intervallato via via dalla lettura di scritti e poesie del poeta friulano, interpretati con grande bravura da Poggioni, un giovane attore ben conosciuto nella nostra UTE. E’ inutile dire che è stata una bellissima lezione, molto apprezzata da tutti i presenti.
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Nella seconda ora, il prof. Sassi ci ha fatto immergere nel mondo dei suoi adorati insetti, parlandoci prima di tutto dell'”inventore” dell’entomologia forense: il milanese Emilio Cornalia. Questi fu chiamato in tribunale come esperto in una causa di omicidio per avvelenamento in cui erano imputate due donne. Nell’autopsia della vittima era stato trovato un frammento di esoscheletro di un insetto velenoso che poteva essere la cantaride. Cornalia comparò quel frammento ad alcuni insetti della stessa specie e confermò l’ipotesi iniziale. Le due donne furono condannate. In attesa di essere convocato nuovamente per il processo di appello, Cornalia ripetè i suoi studi comparativi su altri 70 esemplari diversi. Nacque così l’entomologia forense, ma molti secoli prima in Cina si scoprì il colpevole di un efferato omicidio: la vittima era stata uccisa con uno strumento agricolo; furono chiamati i contadini della zona che dovettero portare con sè i loro attrezzi. Dopo poco tempo le mosche si accalcarono su un solo attrezzo: quello dell’assassino, che recava tracce di sangue non visibili all’uomo..
Dopo queste storie da romanzo poliziesco, il prof. ci ha presentato diverse diapositive di animali pericolosi se non trattati nel modo giusto, tra questi il minuscolo candirù che vive nei fiumi dell’Amazzonia e si infiltra nelle branchie dei pesci o negli apparati genitali delle persone attirato dall’ammoniaca. Anche le aguglie (nei paesi tropicali) possono costituire un pericolo coi loro musi affilati; la trombicula (che vive nei nostri prati) è un acaro che può provocare irritazioni cutanee. E’ sbagliato dare la caccia alle scutigere che spesso troviamo nelle nostre case: sono ghiotte di zanzare!!
Sempre interessanti queste lezioni che ci fanno conoscere tanti misteriosi e affascinanti abitatori della terra, nostri coinquilini.