Questo film è interpretato magistralmente da Sergio Castellitto, spalleggiato adeguatamente dal giovane Guglielmo Poggi. Quest’ultimo interpreta il ruolo di un praticante senza contratto alle dipendenze di un principe del foro, l’avvocato e professor Bellastella. Il ragazzo è pagato 300 euro al mese per un numero di ore di lavoro indefinito, nel senso che non c’è un orario di lavoro, ma in ogni momento deve essere a disposizione del capo. Le sue mansioni vanno dal rammentare e suggerire con precisione, per ogni situazione giuridica, gli articoli del codice cui riferirsi, al fare la spesa al mercato, al preparare la colazione per la moglie dell’avvocato: è proprio un tuttofare, ma questo non è sufficiente a fargli riconoscere un contratto adeguato e nemmeno una paga dignitosa. Ma ad un certo punto ecco che il dr. prof. Bellastella propone al praticante tutto ciò che ha sognato da tempo: contratto definitivo e diecimila euro al mese!!! Ma naturalmente c’è una condizione: il ragazzo deve sposare l’amichetta del suo capo, immigrata dal Messico, per farle ottenere la cittadinanza italiana. Il ragazzo in un primo momento si indigna giustamente, ma poi cede all’idea dei vantaggi economici che gliene possono derivare e da lì accade tutta una serie di guai, che porteranno l’avvocato in prigione, ma subito dopo agli arresti domiciliari perchè colpito improvvisamente da una grave forma, simulata, di Altzeimer (naturalmente confermata da medici compiacenti e ben pagati) e dopo qualche tempo verrà nominato ministro. Il ragazzo invece, cui verranno addossate le responsabilità del suo capo, si trova a dover adattarsi a fare il cuoco in un ristorante.
Questo film ha il pregio di mettere il dito su una piaga che affligge i giovani di questo paese che vogliono intraprendere una carriera professionale che implichi un tirocinio: sono sfruttati in modo indegno per anni e spesso emergono solo coloro che ottengono raccomandazioni (pur essendo dei perfetti inetti) o quelli che si adeguano alle regole di un mondo corrotto e senza ideali. Questa denuncia serissima ” castigat ridendo mores” infatti spesso riesce a essere molto divertente.
E’ meno divertente ciò che ho sentito alla radio stamattina: non si trova personale per le strutture alberghiere e turistiche in genere e ciò mette addirittura a rischio la stagione estiva di molte zone. Anche in questo caso bisogna chiedersi: è colpa dei giovani che non hanno voglia di lavorare (come dicono alcuni)? o non è forse colpa di contratti da fame (quando è tutto alla luce del sole) e di condizioni di lavoro avvilenti? Perchè mortificare così i nostri giovani e indurli a cercare all’estero un’opportunità di costruirsi un futuro?