La guerra è un orrore da qualunque punto di vista la si consideri: è terribile pensare ai giovani militari e ai civili disarmati caduti sotto i bombardamenti, è altrettanto terribile pensare alle sofferenze e alle privazioni di chi vede la propria casa e tutti i propri averi distrutti da bombardamenti insensati, ma fa rabbrividire ancora di più quello che si dice in questo articolo di “Avvenire”.
Il fatto di vivere in un paese in guerra toglie ai bambini ogni possibilità di andare a scuola, di giocare all’aperto, sono spaventati dalle distruzioni, dal fragore delle bombe e degli allarmi, devono affrontare la scarsità di cibo per l’interruzione dei rifornimenti e tutto questo è terribile anche se vissuto vicino ai propri cari.
Ma la deportazione dei bambini dai territori occupati in orfanatrofi russi ha per me qualcosa di diabolico. Non posso immaginare cosa sia per i bambini deportati sentirsi sradicati da ogni relazione affettiva: genitori, familiari, amici, casa, i propri giochi e le proprie abitudini, la propria lingua….
Credo che un tale crimine possa essere concepito solo da uno Stato totalitario, senza nessun rispetto per i diritti umani, diretto da persone spietate.