Improvvisamente fu piena estate.
I campi verdi di grano, cresciuti e
riempiti nelle lunghe settimane di piogge,
cominciavano a imbiancarsi,
in ogni campo il papavero lampeggiava
col suo rosso smagliante.
La bianca e polverosa strada maestra era arroventata,
dai boschi diventati più scuri risuonava più spossato,
più greve e penetrante il richiamo del cuculo,
nei prati delle alture, sui loro flessibili steli,
si cullavano le margherite e le lupinelle,
la sabbia e le scabbiose, già tutte in pieno rigoglio
e nel febbrile, folle anelito della dissipazione
dell’approssimarsi della morte
perché a sera si sentiva qua e là nei villaggi il chiaro,
inesorabile avvertimento delle falci in azione.
Hermann Hesse
Questa poesia mi richiama alla mente le estati vissute in campagna Tanto tempo fa… le strade polverose battute dalla luce accecante del sole, il richiamo del cuculo e il frinire delle cicale che si udivano quando il caldo costringeva la gente a chiudersi in casa e io contemplavo dalla finestra socchiusa le stoppie riarse che luccicavano..
A sera gli uomini tornavano a casa e si lavavano attingendo dalla tinozza l’ acqua intiepidita dal sole del giorno ormai alla fine e nell’aria risuonavano i colpi di martello sulle falci che venivano preparate per il lavoro del giorno seguente.