“Beata solitudo, sola beatitudo” così recita un antico motto. Forse a lungo andare ci si abitua e quasi ci si affeziona alla propria solitudine, ma …
Solitudine vuol dire accendere radio o TV per non sentire nel silenzio soltanto quel fastidioso acufene.
Vuol dire scegliere il programma che preferisci senza dover mediare coi gusti di chi hai accanto.
Vuol dire che se dimentichi qualcosa al piano superiore non puoi chiedere a nessuno di fare le scale al posto tuo.
Vuol dire non preoccuparsi di cucinare e mangiare quello che capita, in poltrona, davanti alla TV .
Vuol dire fare quel che ti pare e piace quando ti pare e piace, ma…. vuol dire anche fare da sola tutto ciò che ti pesa.
Ho passato un mese in compagnia coi miei nipoti Samuele (15 anni tra pochi giorni) e Davide (16 anni appena compiuti), che sono stati straordinariamente carini, affettuosi e servizievoli con questa nonna al momento un po’ acciaccata. Mi sono abituata alla loro presenza, ai loro passatempi, alle loro risate, ai loro rumori… ora sono tornati alle loro case e sento tutto il silenzio di questa “beata solitudo”