UTE: Storia dell’istruzione pubblica negli ex-comuni erbesi – Impressioni di viaggio: il Giappone.

Come è noto il Comune di Erba si è formato dalla fusione di sette antichi comuni: Erba, Arcellasco, Buccinigo, Cassina Mariaga, Crevenna, Incino, Parravicino.

Fino a non molto tempo fa, la maggior parte degli Italiani , e anche dei cittadini della nostra zona, era analfabeta e solo i più abbienti potevano avvalersi di insegnanti privati o di scuole private (già nel 1756 a Erba Alta c’erano due scuole private, frequentate dai figli delle famiglie benestanti del comune). Nelle parrocchie si insegnava il catechismo e qualche nozione per poter leggere.

Nel 1774, Maria Teresa D’Austria impone l’obbligo dell’istruzione pubblica con spese a carico dei Comuni (che però non avevano le risorse per attuare questa bella riforma).

Nel 1789, regnante Giuseppe II (figlio di Maria Teresa) viene aperta una scuola pubblica nell’attuale Villa Amalia, con disappunto dei religiosi proprietari del complesso architettonico.

Nel 1816, i comuni di Erba, Incino e Crevenna si consorziano per poter aprire una scuola pubblica dividendo così gli oneri che questa iniziativa comportava e l’insegnante accoglieva gli alunni in un locale della sua abitazione.

Nel 1821 Incino esce dal Consorzio e apre una scuola pubblica in via Carpani. Soltanto nel 1840 si cominciò a parlare di scuole femminili, ma i comuni obiettavano che le bambine dovevano lavorare nelle filande e non avrebbero frequentato la scuola.

Nel 1859 con la Legge casati venne sancito l’obbligo scolastico per bambini e bambine per almeno due anni e furono previste scuole serali per gli adulti. Nel 1864 a Erba e Incino venne aperta la prima scuola pubblica femminile che ottenne ottimi risultati (gli insegnanti lavoravano gratuitamente).

Nel 1877 con la Legge Coppino l’obbligo scolastico si estese a tre anni e i maestri vennero assunti tramite concorso.

Nel 1889 entrò in funzione il nuovo edificio scolastico di Via Como ed era già funzionante una scuola privata tenuta da M° Angelo Bassi, che fu anche sindaco di Erba durante la 1^ Guerra Mondiale.

Con la Legge Orlando del 1904, l’obbligo scolastico fu esteso a cinque anni.

La scuola privata di S. Vincenzo, presso cui funzionava anche un asilo infantile, ebbe il suo primo edificio nel 1934 .

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Il prof. Creuso , che è sempre portatore di sorprese e novità, ha portato con sé Galimberti, un giovane musicista -filosofo reduce da un interessante viaggio in Giappone, che ci ha raccontato ciò che lo ha colpito e interessato maggiormente.

Si era ripromesso di studiare i grandi tamburi giapponesi (TAICO), mentre la sua compagna poneva la sua attenzione sulle usanze del luogo. I TAICO sono presenti nei templi buddisti e shintoisti. Questi ultimi sono sempre costruiti in legno ai margini dei boschi, nascosti nella natura, e sono di piccole dimensioni; l’ingresso è segnato da un portale. Nella costruzione non vengono usati chiodi, ma ogni pezzo è magistralmente fissato ad incastro. Nello Shintoismo non ci sono libri sacri, ma solo riti tramandati di generazione in generazione. Sull’isola di Sado, meta del nostro relatore, esistono riti particolari, e diversi da villaggio a villaggio, di purificazione delle case, basati sulla danza che si protrae dal mattino fino alla sera. L’isola è anche patria del teatro NO.

I Giapponesi provengono dalla Corea e utilizzano ideogrammi cinesi, ormai in disuso in Cina, ma hanno anche due alfabeti sillabici.

Il dr. Creuso e il giovane Galimberti hanno poi concluso la loro lezione con una apprezzatissima esibizione musicale per pianoforte e flauto traverso.

E’ stato un bel pomeriggio, come solo l’UTE sa regalare.