E’ nella seconda metà dell’800 che ha inizio il colonialismo europeo in Africa: gli Stati europei hanno bisogno di materie prime e hanno capitali da investire, inoltre c’è anche l’alibi culturale: bisogna portare la “civiltà” nel continente nero. In realtà il colonialismo ha destrutturato le antiche civiltà africane.
Con l’apertura del Canale di Suez nel 1877, i territori che si affacciano su questa importante via di comunicazione assumono una nuova importanza. Nella Conferenza di Berlino del 1884, gli Stati europei si spartiscono i territori africani disegnando a tavolino dei confini senza tener conto di fattori ambientali e culturali. Ad esempio vengono unite Tripolitania e Cirenaica nello stato della Libia, ma le due regioni sono profondamente diverse tra loro e anche oggi, dopo la fine del regime di Gheddafi, sono in continua lotta tra di loro.
I primi italiani a entrare in Africa sono i missionari, poi li seguirono i mercanti e infine arrivarono i militari. Spesso i missionari assumono anche funzioni di collegamento con gli stati di origine dando alla loro missione una valenza anche di tipo “coloniale”; per questo nel 1919 Papa Benedetto XV emanò un’enciclica, la “Maximum illud” nella quale criticava il colonialismo europeo e incoraggiava invece la formazione di missionari africani.
Cominciò poi, alla fine degli anni 70 dell’800, la fase delle esplorazioni delle zone interne dell’Africa ancora sconosciute e molti esploratori vengono uccisi nel corso delle loro spedizioni.
Nel 1879 la baia di Assab, acquistata dall’armatore Rubattino 9 anni prima, diventa colonia italiana; nel 1885, sotto il governo Depretis, l’Italia conquista Massaua e da lì parte per conquistare l’interno dell’Etiopia, che era un impero di tipo feudale di antichissime origini. I soldati Italiani conquistano la città di Saati, ma il ras Aulula reagisce e massacra le truppe italiane.
A Depretis succede Crispi, che vuole modernizzare e industrializzare il paese basandosi su una politica autoritaria. Egli fa leva sulle divisioni interne all’impero etiopico e appoggia il ras Menelik, che diventa così il nuovo Negus e firma il trattato di Uccialli, nel quale però è contenuta una contraddizione: nella versione scritta in aramaico si afferma l’alleanza fra Italia ed Etiopia, nella versione italiana si parla invece di “protettorato”. E’ in forza di questo trattato che l’esercito italiano entra nella città di Axum, la città santa dei cristiani copti etiopici, scatenando la reazione di Menelik, che allestisce un esercito di 150mila uomini ben addestrati. I 30mila soldati italiani, circondati ad Amba Alagi vengono massacrati. Le sconfitte si susseguono ed è in una di queste battaglie che muore il figlio di Bocconi, il fondatore dell’università milanese.
Intanto in Italia si verificano frequenti moti popolari per protestare contro la povertà e le tasse . Nel 1900 viene ucciso il re Umberto I; gli succede Vittorio Emanuele III, che punta su una maggiore democratizzazione e sull’industrializzazione del paese, mentre in Africa viene creata la Somalia Italiana con l’unificazione di alcuni territori. E’ l’epoca dei governi capeggiati da Giolitti, della propaganda che invoca “un posto al sole”, della pretesa di cristianizzare l’Africa e Giolitti, appoggiandosi ora ai partiti di destra ora a quelli di sinistra , decide di far guerra alla Turchia (Impero Ottomano) per conquistare la Libia. L’esercito italiano, nel 1911, conquista facilmente le zone costiere, ma trova una forte opposizione nelle popolazioni berbere che abitano nelle zone interne. Gli Italiani occupano le isole del Dodecaneso e nel 1912 si arriva al trattato di Losanna col quale la Libia passa ufficialmente sotto l’amministrazione militare e civile dell’Italia.
Interessante e ben esposta questa lezione del prof. Emilio Galli.
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I GRANDI IMPERI PRECOLONIALI: Don Ivano confida molto nella buona volontà e nell’amore per lo studio di noi soci, perciò ci fornisce il materiale per poterci informare e poi nelle sue relazioni ama divagare in forza della sua grande cultura eclettica. Pertanto non è facile riassumere queste lezioni, dovrei avere il tempo di studiarmi i suoi opuscoli.
Tuttavia posso qui registrare alcune informazioni. Gli Imperi coloniali precoloniali erano costituiti da numerose tribù di etnie diverse governate da un unico imperatore. I tre imperi presi in considerazione nella lezione odierna occupano la parte centrale del continente africano e sono: il Mali, il Congo e l’Etiopia. L’impero del Mali (1235 – 1645) comprendeva fu un impero dell’Africa Occidentale, fondato dal popolo di etnia mandingo che viveva nella regione fra il Mali meridionale, la Guinea orientale, la Costa d’Avorio settentrionale, il Senegal meridionale, la Guinea-Bissau e il Gambia. Poteva controllare le importantissime vie commerciali trans-sahariane.
L’impero del Congo (fine 1300 – inizi 1900) controllava una vastissima zona dell’Africa centrale. Formalmente indipendente, dalla fine del XVI secolo fu sempre più influenzato culturalmente (con la conversione del sovrano al cattolicesimo) ed economicamente dal Portogallo che, nel corso dei secoli, ne minacciò l’integrità territoriale per espandere le proprie colonie. Nel 1914 fu formalmente soppresso dai portoghesi e annesso al loro impero coloniale, anche se parte del suo territorio era già stato smembrato tra Belgio e Francia.
Anticamente il nome Etiopia veniva usato per indicare tutto il continente africano. L’impero dell’Etiopia presentava un territorio prevalentemente montuoso, abitato da popolazioni di diversa etnia: ogni valle era (e forse è ancora) un’entità a sé. L’imperatore faceva risalire le proprie origini alla regina di Saba e a Salomone. L’impero ebbe inizio nel XII secolo e, esclusa la parentesi coloniale, terminò nel 1974.