Riusciamo a immaginare cosa voglia dire per una bambina di 5 anni essere data in sposa (eufemismo per dire venduta come schiava) a un uomo più grande di lei di molti anni e vivere reclusa e in balia del suo marito/aguzzino/padrone/stupratore?
Per fortuna non riusciamo a immaginarlo tanta dev’ essere la crudeltà di una situazione simile. Eppure sono tante le bambine anche nel nostro paese costrette a subire tale imposizione in forza di tradizioni che nei paesi in cui esse sono nate stanno scomparendo, ma che restano vive più che mai in Italia e nei paesi europei meta di immigrazione.
Il mantenimento feroce di certe tradizioni tribali serve all’ immigrato per affermare la propria identità, per sentirsi membro della propria comunità , ma qui non si possono accettare usanze che ledano i diritti della persona e i diritti dei bambini in particolare.
L’ Emilia Romagna si sta dando da fare per mettere in campo strategie atte a combattere questo tristissimo fenomeno e non resta che augurarsi che si trovi molto in fretta la via giusta.