Storia di Malala
Storia di Yom
Nella settimana che sta per finire sono comparse sui giornali due storie che mi hanno colpito in modo particolare; si possono leggere cliccando sui link qui sopra .
Una quattordicenne pakistana è in fin di vita per aver affermato il diritto suo e dei suoi coetanei di andare a scuola perchè il futuro offra loro una prospettiva diversa da quella di imbracciare un fucile. Qualcuno ha ritenuto queste sue parole così rivoluzionarie e pericolose da decidere di sopprimerla.
La seconda viene dal SUd Sudan ed è la storia di Yom: 40 anni, abbandonata dal marito, si occupa da sola dei quattro figli e li mantiene coltivando un po’ di terra. Nonostante ciò ha cominciato a frequentare la scuola coi suoi due figli più piccoli: vuole imparare a leggere e a scrivere.
Malala e Yom hanno capito che l’ arma più potente contro la fame, la povertà, il fanatismo è l’ istruzione, che mette le persone in condizione di conoscere meglio i propri diritti e
i propri doveri e che le rende meno manipolabili.
Purtroppo qui da noi pare che invece la scuola sia sempre meno considerata: gli edifici scolastici cadono a pezzi, gli insegnanti sono sempre più insoddisfatti e sono sempre meno i fondi che vengono destinati all’ istruzione. Ieri in molte città italiane ci sono state numerose manifestazioni studentesche per esprimere il disagio dei lavoratori della scuola e i timori dei giovani circa le prospettive per il loro futuro più che mai incerto.
Credo che i ragazzi abbiano ragione a urlare per le strade e mi auguro che lo facciano fino a che non venga riconosciuto alla scuola il ruolo (e quindi l’ attenzione) che le compete.