I poeti, i musicisti, gli artisti in genere sanno interpretare i sentimenti e l’ anima della gente in modo mirabile.
E’ questo quello che ho pensato sabato sera quando ho sentito Cocciante cantare in TV.
Era ospite della trasmissione “Ti lascio una canzone”, trasmissione alla quale va riconosciuto uno sforzo notevolissimo per la preparazione dei piccoli interpreti, ma che suscita sempre la mia perplessità sull’ opportunità di esporre bambini così piccoli a un impatto tanto forte con la notorietà : non si corre il rischio di farne dei disadattati una volta che si saranno spente le luci della ribalta?
Ma torniamo al tema che mi ha spinto a scrivere questo post. Quando Cocciante ha cantato le sue canzoni, tutto il pubblico ha cantato con lui e quando poi ha intonato la sua canzone più famosa , “Margherita”, e lo ha fatto accompagnandosi per un tratto con qualche accordo al pianoforte e poi “a cappella”, cioè senza accompagnamento di alcuno strumento, l’ emozione che pervadeva il pubblico presente nel teatro è passata anche al di qua dello schermo-
Così mi son ritrovata anch’ io a canticchiare quei versi che si sono impressi nella memoria di tanti di noi per la forza espressiva delle parole e per la magia della musica che le accompagna.
Quanto più l’ artista sa raggiungere queste vette espressive, tanto più è destinato a superare i confini del tempo perchè la sua opera non è più solo sua, ma diventa nostra ….