Santa Lucia , la notte più lunga che ci sia…recita un proverbio un po’ bugiardo. Questo detto è forse legato al fatto che in quella notte molti bambini aspettano i doni e si sa che l’ ansia dell’ attesa fa sembrare le ore interminabili.
Quand’ ero piccola, la sera del 12 dicembre era sempre molto particolare: nella notte, S. Lucia sarebbe venuta col suo asinello a portare i doni ai bambini e tutti dovevamo dormire presto. Allora non scrivevamo la letterina a S. Lucia, perchè sapevamo che bisognava accontentarsi di quello che ci sarebbe toccato. Certo non ci sarebbero mancate le idee per fare le nostre richieste, ma non ci era concesso il diritto di esprimerle.
Quella sera io andavo a letto con una certa smania addosso: chissà cosa avrei trovato la mattina seguente ai piedi del letto…..non era mai capitato di trovare doni eccezionali, ma il mistero che avvolgeva quella notte mi faceva venire le formiche nello stomaco. Alcune mie amiche dicevano di mettere sul davanzale della finestra un po’ di acqua e un po’ di paglia per l’ asinello, ma io credo di aver fatto mai nulla del genere.
Al mattino seguente i miei genitori mi svegliavano di buon’ora e io con gli occhi ancora assonnati vedevo il luccichio delle carte delle caramelle e dei cioccolatini (una manciata appena)in fondo al letto e mi pareva una cosa straordinaria. Tra i dolcetti c’ era sempre un gioco o un libro e poi due o tre mandarini, qualche fico secco o qualche dattero e un pupazzetto di zucchero.
Allora quella era l’ unica occasione in cui si ricevevano regali e anche se erano molto modesti, venivano accolti con grande festa.
Ora i bambini hanno troppo di tutto e S. Lucia e Babbo Natale sono spesso in difficoltà nella scelta dei doni da portare….
Ho cercato di capire come mai in terra di Emilia la tradizione abbia affidato a una santa siciliana il compito di portare doni ai bambini, ma non ho trovato niente altro che la sua storia; se volete potete leggerla anche voiQUI