“Destini incrociati” è il titolo di una rubrica radiofonica che mi capita di ascoltare e che racconta come le vite di personaggi famosi abbiano avuto svolte decisive dal fatto di essersi incontrati.
Ieri sera al teatro Fumagalli di Cantù abbiamo sentito e goduto il racconto di tre destini incrociati: quello di Modugno, del padre di Beppe Fiorello e di quest’ ultimo ancora bambino.
Beppe Fiorello ha certamente voluto sfruttare a teatro il gran lavoro che certamente ha dovuto affrontare per realizzare lo sceneggiato televisivo sul grande “Mimmo nazionale”, facendone un recital , un lungo monologo in cui le vite e le vicende sue personali e familiari si mescolano con quelle del cantante pugliese. Se nello spettacolo televisivo B. Fiorello aveva convinto sia come attore che come cantante, restava però sempre l’ idea che forse poteva aver avuto un valido supporto dalla tecnologia; a teatro invece ieri sera ha dimostrato di essere veramente un grande professionista e in certi momenti pareva proprio che Modugno stesso si muovesse su quel palcoscenico.
“VOLARE” è il titolo (obbligato) dello spettacolo; dura due ore, due ore in cui B. Fiorello col solo supporto di due bravi chitarristi e su un palco con scenografia essenziale riesce a intrattenere il pubblico ricreando atmosfere e situazioni del nostro sud e della storia di questo nostro paese inframmezzandole con le più belle canzoni di Modugno, interpretate tutte con notevole bravura e grande sensibilità.
Spesso gli applausi hanno sottolineato i momenti più intensi, ma sono scrosciati alla fine dello spettacolo che si è concluso con la canzone più suggestiva di Modugno: “Il vecchio frac”
Una volta Beppe Fiorello era forse da tutti indicato come il fratello minore del grande Rosario, ma ora penso che possa essergli riconosciuto un posto importante nel nostro mondo dello spettacolo, a prescindere dalle sue parentele.