Mi è capitato tra le mani “La certosa di Parma” di Stendhal e mi ha molto incuriosito l’incipit….
“Il 15 maggio 1796 il generale Bonaparte entrò in Milano alla testa di quel giovane esercito che aveva passato il ponte di Lodi e dimostrato al mondo che, dopo tanti secoli, Cesare e Alessandro avevano un successore. I miracoli di coraggio e genialità di cui l’Italia fu testimone, in pochi mesi risvegliarono un popolo addormentato………Nel Medio Evo i Lombardi repubblicani avevano dato prova di un coraggio non inferiore a quello dei Francesi e si erano meritati la distruzione della loro città ad opera degli imperatori tedeschi. Una volta diventati fedeli sudditi, la loro grande occupazione fu stampare sonetti su fazzolettini di taffetà rosa quando si sposava qualche ragazza nobile o ricca…….. Il 15 maggio 1796 tutto un popolo si rese conto di quanto fosse straordinariamente ridicolo, e in certi casi odioso, tutto ciò che aveva rispettato fino a quel giorno……Si capì che per poter di nuovo essere felici, dopo secoli di torpide sensazioni degradanti, bisognava amare la patria di un amore concreto e cercare di fare qualcosa di eroico…….Quei sodati francesi non facevano che ridere e cantare. Avevano meno di venticinque anni, e il loro generale in capo, che ne aveva ventisette, passava per i più anziano di tutto l’esercito. La loro vivacità, la loro giovinezza, la loro libera disinvoltura erano una risposta davvero divertente alle furibonde prediche dei preti, i quali da sei mesi avevano continuato a proclamare dal pulpito che i francesi erano dei mostri….”
Pur tenendo conto che chi scrive è un francese, e quindi potrebbe non essere del tutto imparziale, tuttavia si capisce bene quale sia stata la caratteristica vincente delle armate napoleoniche: una ventata di giovinezza ed entusiasmo che ha spazzato via la polvere di secoli di torpore , di rassegnazione e di ipocrisia perbenista.